Le Iene a processo a Ravenna per il blitz all'Isia di Faenza

Violenza privata e interruzione di pubblico servizio, giornalista e cameraman erano intervenuti per il caso della cattedra auto assegnata

L’inviato delle Iene Silvio Schembri: è a processo assieme al suo operatore

L’inviato delle Iene Silvio Schembri: è a processo assieme al suo operatore

Faenza, 18 febbraio 2020 - Il caso, a fine 2017, fu eclatante. Quello di una prof dell’Isia che si era auto assegnata una cattedra, essendo tra l’altro direttrice dell’istituto e presidente della commissione del bando di concorso, poi annullato dal Ministero dopo il ricorso della seconda classificata. Un fatto che stimolò anche lo spirito investigativo delle Iene, la trasmissione di Italia 1, che spedì a Faenza una troupe.

Quel blitz del 25 ottobre 2017 – un servizio peraltro mai andato in onda –, fu mal digerito dall’Istituto per le Industrie artistiche. Che ora ha fatto finire a processo l’inviato, Silvio Schembri, e l’operatore che aveva al seguito, Claudio Mandich. I due, infatti, entrarono una mattina in classe durante la lezione, col giornalista che iniziò a rivolgere domande scomode alla docente finita nel mirino per il presunto conflitto di interessi, Marinella Paderni. La prof, pure non rispondendo alle domande, si sentì come stretta in un angolo e privata della libertà di movimento e comunque messa nell’impossibilità di continuare la lezione che, anche dalla testimonianza di alcuni studenti, era già in corso. Da qui le accuse per gli imputati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio. Non è tuttavia l’insegnante a chiedere i danni, ma la scuola e la preside, Giovanna Cassese, che ieri si è costituita parte civile con la tutela dell’avvocato Alberto De Vita, il quale ha inoltre chiesto e ottenuto dal giudice Roberta Bailetti la citazione come responsabile civile della società ’Rti Spa’, il gruppo che produce Le Iene. Per l’accusa il ’vpo’ Adolfo Fabiani.  

Gli imputati sono difesi dall’avvocato milanese Stefano Toniolo – ieri sostituito in aula dalla collega di Ravenna Maria Teresa Rizzo – e in buona sostanza negano qualsiasi forma di costrizione. Per ora, in attesa della prossima udienza fissata a settembre, nessuna anticipazione su quella che sarà la linea difensiva. Il legale, contattato, non interviene.  

Il caso accaduto all’Isia fece molto discutere. L’allora ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, parò da subito di "evidente irregolarità della procedura e di un atto con palesi conflitti di interesse". Fu a sua volta la stessa direttrice ad annullare il bando in autotutela. Da subito la preside, pure offrendo massima responsabilità al ministero per chiarire i contorni della vicenda e inviare tutta la documentazione, difese la propria insegnante sostenendo che la docente era direttrice dal 2016 ma insegnava la disciplina assegnatale dal 2013. Fatto sta che le ’Iene’, dopo che la stampa aveva reso pubblica la vicenda, fiutarono l’odore di un caso su cui investigare, ma a detta della scuola la troupe usò metodi non ortodossi e aggressivi. A stabilire se fu davvero così sarà il Tribunale.