Le opere di Salgado al Mar ’L’umanità in cammino’, il mondo delle migrazioni raccontato in 180 fotografie

Inaugurata l’esposizione dedicata al grande reporter brasiliano, aperta fino al 2 giugno. L’artista: "Qui sono rappresentate la diversità culturale e quella razziale".

Le opere di Salgado al Mar ’L’umanità in cammino’, il mondo delle migrazioni raccontato in 180 fotografie

Le opere di Salgado al Mar ’L’umanità in cammino’, il mondo delle migrazioni raccontato in 180 fotografie

"Sono molto felice che ospitiate questa mostra, perché rappresenta davvero quello che c’è di più importante al mondo: la diversità, diversità culturale, diversità razziale". Con queste parole Sebastião Salgado ha esordito ieri mattina in un video realizzato appositamente per il Mar di Ravenna dove è stata inaugurata la mostra ‘Sebastião Salgado. Exodus – Umanità in cammino’, un lungo racconto, di 180 immagini, dedicato all’immigrazione e realizzato dal celebre fotografo brasiliano in anni di reportage. "Questo – ha continuato – è un lavoro che per me era significativo realizzare ed è essenziale che le persone possano vederlo per comprendere l’importanza dell’integrazione dell’altro. Abbiamo bisogno di vedere, abbiamo bisogno di comprendere che chiunque lasci il suo Paese è come fosse un grande eroe, per sopportare tutto questo carico negativo, l’esporsi al non essere ammessi, a non essere accettati. Una volta viste le foto di queste persone le comprendi e le accetti. Penso sia la cosa più importante che possa esistere sul pianeta. Grazie per ospitare questa mostra, spero che molte persone possano vederla e condividerla con il resto del mondo".

C’è il significato più vero, profondo e urgente della mostra nelle parole di Salgado, che nel 1993 inizia il suo viaggio fotografico, fisico ed esistenziale nella galassia delle migrazioni, senza mai dimenticare la sua formazione di economista e sociologo. In sei anni il reporter brasiliano ha percorso quattro continenti con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora la mappa del mondo appare cambiata, ma l’esodo di intere popolazioni è attuale e le condizioni di profughi o migranti rappresentano uno scenario dalle dimensioni sempre più globali. La mostra è divisa in sezioni a carattere geo-politico, la prima, ‘Migranti e profughi: l’istinto di sopravvivenza’, è sulle motivazioni che accomunano i profughi: la povertà e la violenza, il sogno di una vita migliore, la speranza. Si prosegue poi con ‘La tragedia africana: un continente alla deriva’, sul trauma della sofferenza e disperazione di popoli segnati da povertà, fame, corruzione, dispotismo e guerra nonostante sia un continente in grande fermento, ricco di energie e vitalità, oltre che di materie prime e ricchezze naturali. La terza sezione, ‘L’America latina: esodo rurale, disordine urbano’, racconta una parte del mondo segnata dalla migrazione di decine di milioni di contadini, spinti dalla povertà, verso le aree urbane come Città del Messico e San Paolo. La sezione ‘Asia: il nuovo volto urbano del mondo’ si concentra sull’esodo di massa dalla povertà rurale alle megalopoli. Chiude una sala di ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa. Hanno scelto loro la posa davanti alla macchina fotografica di Salgado, compiendo così un fiero atto di autodeterminazione. La mostra, a cura di Lélia Wanick Salgado, è organizzata dal Comune in collaborazione con Contrasto.

"Questi numerosi reportage – ha spiegato Alessandra Mauro, direttrice editoriale di Contrasto – realizzati da Salgado in cinque, sei anni, diventano un racconto del nostro tempo. Ci sono l’Europa, l’Asia, L’Africa, persone che emigrano per i motivi più diversi, ma c’è anche il racconto delle conseguenze dell’immigrazione, come la desertificazione delle terre abbandonate, o la nascita di megalopoli ormai invivibili. Sono foto attualissime, sembrano scattate ieri e, purtroppo, potrebbero essere scattate domani". Ed è significativo che ieri, mentre veniva presentata la mostra al Mar, al terminal crociere di Porto Corsini avveniva un nuovo sbarco di migranti, il nono, a Ravenna.

"L’allestimento di questa mostra – ha detto Roberto Cantagalli, direttore del Mar – ha seguito un iter diverso da tutte le altre. Ci siamo chiesti infatti quale potesse essere il modo per coinvolgere la città, i giovani, gli studenti soprattutto, perché è importante che vengano a vederla". La mostra rimarrà aperta fino al 2 giugno. Biglietti 10 euro, 8 euro ridotto. Orari: martedì - sabato 9 - 18; domenica e festivi 10 - 19. Chiuso il lunedì. Info.: www.mar.ra.it.

Annamaria Corrado