
Ieri mattina al via il dibattimento con il racconto della consorte tra offese, insulti e umiliazioni attraverso video denigratori.
Insulti, percosse, umiliazioni e video denigratori che poi girava anche ai parenti. E avrebbe pure obbligato la compagna ad avere rapporti sessuali non desiderati sebbene in stato di gravidanza. Un quadro, quello delineato dalla procura, costato il processo a un 35enne di origine straniera residente a Lugo. Nel dibattimento, partito ieri mattina davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna presieduto dal giudice Cecilia Calandra e davanti al pm d’udienza Francesco Coco, a prendere la parola è stata la donna: per ribadire le accuse. In particolare l’imputato deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata commessi tra il gennaio e l’ottobre del 2023.
Nel dettaglio, secondo il decreto di giudizio immediato a firma del gip Andrea Galanti scattato su richiesta del pm Francesca Buganè Pedretti, l’uomo aveva a più riprese insultato e umiliato la consorte rendendo così la coabitazione impossibile.
Già dall’inizio della relazione la offendeva ogni giorno - prosegue l’accusa - apostrofandola con vari epiteti e accusandola di essere una "iettatrice" una "donna maledetta". E poi le richieste: "Portami questo, fammi quello". Atteggiamenti che proseguivano anche davanti agli amici quando lui le diceva che non era una brava ragazza, che non sapeva parlare bene. E poi, se non si fosse comportata bene, la minacciava con frasi del tipo: "Ora ti sistemo io". Una volta le avrebbe detto: "Tu sarai la causa della fine della nostra relazione, io ti ammazzo". E quanto lei era intervenuta per via di una relazione extraconiugale del marito, lui la avrebbe obbligata a interagire attraverso i social con la sua amante. Tra le privazioni elencate dal pm, anche quella di una vita sociale degna. Niente corsi di lingua italiana, niente amici, niente auto, niente studi. Si sarebbe spinto a riprenderla con il cellulare senza il suo consenso mentre era sul letto parzialmente scoperta: e poi avrebbe condiviso il video con i parenti.
E si giunge al 28 settembre sempre di due anni fa quando, realizzato che lei lo stava riprendendo con il cellulare, l’aveva afferrata per i capelli e per qualche istante le aveva stretto il collo per arrivare ad afferrarle il cellulare a scaraventarglielo per terra rompendoglielo. Il 10 ottobre l’aveva offesa per l’ultima volta: ma a quel punto la donna aveva deciso di rivolersi alle forze dell’ordine e se ne era andata via di casa. Le contestazioni più gravi riguardano naturalmente le violenze sessuali: in una occasione lui sarebbe arrivato a tirarla per i capelli e a spingerle la faccia contro il cuscino per riuscire ad abusare di lei.