
La replica del fucile da guerra Ak-47, è stato. sequestrato perché senza tappino rosso
Era salito alla ribalta delle cronache locali quando a fine maggio scorso i carabinieri erano intervenuti dopo la segnalazione di una persona armata per le strade di Russi finendo con il trovargli a casa un fucile da guerra Ak-47: solo una replica usata per le gare di soft-air ma sequestrata perché senza tappino rosso. Ora per l’uomo - un ultra-trentenne del posto - sono giunte altre grane con la giustizia: questa volta si tratta di un’ordinanza del gip Janos Barlotti di convalida dell’allontanamento urgente dalla casa familiare chiesto dal pm Stefano Stargiotti per maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza privata nei confronti della ex, una quasi coetanea di Cotignola che ancora conviveva con lui. Il giudice, al netto dell’interrogatorio di ieri mattina, ha pure disposto che l’indagato non si avvicini a meno di 500 metri dalla donna e dai genitori di lei oltre che ai luoghi da loro solitamente frequentati; non potrà nemmeno cercarla con qualunque mezzo, telefonico o telematico, e dovrà indossare un braccialetto elettronico; in alternativa dovrà presentarsi una volta alla settimana a firmare alla caserma dei carabinieri.
Le indagini erano scattate il 15 aprile scorso quando la donna, spaventata e in lacrime, aveva citofonato alla più vicina caserma dell’Arma per esporre quanto successo con l’ex. Ovvero nella notte prima lui l’aveva immobilizzata sul letto e poi le aveva puntato le ginocchia addosso per tenerla ferma. Alla fine lei era riuscita a liberarsi e lui allora - prosegue l’accusa - l’aveva buttata a terra a l’aveva spinta fuori casa. Era da febbraio - aveva aggiunto la donna - che lui la insultava quando lei non sottostava al suo volere. E la immobilizzava sul letto con la forza per non farla uscire di casa. In diverse occasioni l’avrebbe pure tenuta ferma all’altezza della gola con l’avambraccio. E quando cadeva nella depressione, diventava così aggressivo da indurla alla sottomissione. Si sarebbe spinto pure a minacciarla promettendole che se lo avesse denunciato, lui avrebbe trovato un buona avvocato e l’avrebbe rovinata.
Davanti al gip l’indagato, difeso dall’avvocato Gian Luigi Manaresi, ha in sintesi confermanto i problemi di coppia così come quelli personali e lavorativi: ma ha negato di essere stato vessatorio, violento, offensivo e svilente nei confronti della ex. Per il giudice, le sue dichiarazioni non sono tuttavia state tali da incidere sul quadro cautelare. La accuse della donna sono invece apparse attendibili in quanto misurate e abbastanza circostanziate. Inoltre sono state confermate sia dalle annotazioni degli inquirenti che dal referto di pronto soccorso del 15 aprile, anche se erano state certificate lesioni lievissime.