Ravenna, revocati gli arresti domiciliari al medico no vax

È tornato libero Mauro Passarini, accusato di aver rilasciato Green pass simulando somministrazioni. Si avvicina la chiusura dell’inchiesta

L’interrogatorio di Mauro Passarini

L’interrogatorio di Mauro Passarini

Ravenna, 2 aprile 2022 - Mauro Passarini da giovedì sera è tornato a essere un uomo libero. Ironia della sorte: proprio in coincidenza con la fine dello stato di emergenza da Covid-19. Il 65enne medico di base e ginecologo, salito alla ribalta delle cronache nazionali per via di decine di Green pass rilasciati simulando vaccinazioni Pfizer (il suo era stato il primo caso scoperto in Italia), da quasi cinque mesi si trovava ai domiciliari nella sua abitazione di Marina di Ravenna dopo aver trascorso qualche giorno in carcere.

Le esigenze cautelari si sono evidentemente affievolite in ragione dell’interrogatorio al quale Passarini è stato sottoposto martedì scorso davanti alla polizia, delegata dal pm Angela Scorza, titolare del fascicolo. Il terzo: gli altri due interrogatorio Passarini, difeso dall’avvocato Carlo Benini, li aveva sostenuti davanti al gip Corrado Schiaretti. E, al netto di alcuni particolari via via aggiunti, potremmo riassumere la sua posizione in tre punti: "Sì, mi sono prestato a vaccinazioni simulate o comunque molto diluite a favore di chi me lo chiedeva; quelle tredici fialette di vaccino trovate a ottobre dalla squadra Mobile sul lettino nel mio ambulatorio me le ero scordate lì e no, non ho mai preso un soldo dai miei pazienti per i finti vaccini, i 1.550 euro trovati dagli inquirenti nel mio camice subito dopo alcune vaccinazioni simulate li avevo dimencati dopo un prelievo al bancomat".

Passarini deve rispondere sin qui di falso (reato che ha confessato lui stesso), di peculato (per le fiale lasciate a temperatura ambiente e quindi inutilizzabili) e di corruzione. E il dubbio maggiore per l’indagato è proprio verso quest’ultimo reato: lui lo nega, ma bisognerà vedere come la procura inquadrerà le sue risposte e il suo comportamento.

In ogni caso, l a chiusura dell’inchiesta sembra ormai essere dietro l’angolo. Ma che accadrà dal punto di vista penale alla pletora di pazienti da lui vaccinati? Sì, pletora: perché rispetto agli altri medici vaccinatori di Ravenna, Passarini aveva somministrato vaccini quasi tre volte e mezzo oltre la media: ovvero 294 pazienti contro 90 nel medesimo arco temporale.

Dei conseguenti 191 Green pass sequestrati, poiché ritenuti in odore di falso, solo uno era stato stato restituito in quanto il proprietario aveva un valore di anticorpi congruo con un paziente vaccinato con seconda dose. Per quanto riguarda i tre pazienti – due medici e un funzionario – che avevano chiesto al riesame il dissequestro del loro certificato verde, si erano visti rispondere picche. In generale, per i pazienti vaccinati da Passarini, si può ipotizzare che non avranno nulla da temere coloro che si sono sottoposti a prelievo del sangue nei laboratori dell’Ausl Romagna con risultato di concentrazione anticorpi al Covid abbondantemente positivo.

Il rischio di ve dersi notificare atti di valenza penale potrebbe riguardare o coloro che non hanno risposto all’invito per farsi prelevare un campione di sangue oppure coloro i cui valori di anticorpi siano stati negativi o comunque non congrui con un ciclo vaccinale completo.

a.col.