ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Minacce di morte in arabo al sindaco di Massa

Due lettere scritte al computer subito sequestrate. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha disposto verifiche

Due lettere scritte al computer subito sequestrate. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha disposto verifiche

Due lettere scritte al computer subito sequestrate. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha disposto verifiche

Le promesse di morte sono esplicite. Inevitabile l’apertura di un fascicolo in procura per minacce aggravate. Contro ignoti, al momento. Ci due particolari che rendono questa vicenda diversa da altri casi scaturiti da missive intimidatorie. Vuoi perché il destinatario è il sindaco di Massa Lombarda Stefano Sangiorgi, un dettaglio che lascia immaginare che il livore del mittente possa essere maturato nell’ambito dell’attività istituzionale (o supposta tale). Vuoi perché ambo le missive sono state scritte in arabo.

E qui le ipotesi si diramano a ventaglio in attesa che gli accertamenti grafologici disposti dal pm Francesco Coco, di turno al momento dei fatti, facciano il loro corso. Due le certezze: che il contenuto delle missive - un paio, giunte una decina di giorni fa direttamente al sindaco e a un suo familiare - è stato subito condiviso con la Giunta (a ieri sera non ci risulta che l’opposizione ne fosse, perlomeno ufficialmente, a conoscenza). E che, sebbene il primo cittadino si sia detto tranquillo con le persone che lavorano a diretto contatto con lui, gli inquirenti hanno preso tutt’altro che sottogamba il caso. Tanto che le lettere sono subito state sequestrate. E che per fare luce, sono stati chiamati i carabinieri dell’Investigativo.

La lingua nella quale l’autore (o gli autori) si è espresso, lascia immaginare che l’integrazione possa essere il terreno dal quale l’anonimo ha attinto. Ma c’è un particolare in grado di confondere le acque. I documenti in questione sembrano cioè essere stati scritti al computer con un programma de tipo ’Google translate’, ovvero un metodo di ampia accessibilità al giorno d’oggi. Di fatto a una prima lettura, mostrano evidenti incongruenze linguistiche allargando ancora di più le ipotesi investigative. Si tratta di persona effettivamente di origine araba ma con manifesta pochezza linguistica? O piuttosto di un residente che, per questioni legate a dissapori con la nutrita comunità di stranieri presente a Massa, ha deciso di portare alla luce il suo disagio tramite Google translate cercando così di incolpare qualcun altro per le minacce?

In ogni caso entrambe le interpretazioni, sempre se dovessero essere effettivamente comprovate, porterebbero a un unico denominatore comune: l’integrazione. O meglio un potenziale problema di integrazione. Massa Lombarda - secondo i dati del focus regionale per l’immigrazione - negli ultimi anni risulta del resto essere il Comune ravennate con la percentuale più alta di stranieri: sopra al 18-20% contro una media provinciale pari a circa il 12%. Attenzione però: questo è un dato numerico e non un indice di per sé di un disagio sociale. Di sicuro un fattore da monitorare nell’alveo di un percorso virtuoso di coabitazione. Le cose a Massa non sono sempre andate bene. E senza citare episodi legati a spaccio o all’uso di armi, sono comunque stati numerosi i servizi di carabinieri e polizia per controllare bar e più in generale locali. In alcune giornate si è ottenuto una sorta di ’militarizzazione’ al colpo d’occhio che però diversi cittadini hanno mostrato di avere gradito tanto da avere ringraziato sui social il sindaco (sebbene non abbia naturalmente competenza su questo tipo di servizi). Da ultimo la questione è più volte stata all’ordine del giorno del comitato per la sicurezza. Le due lettere con minacce di morte sono ora destinate ad alzare ulteriormente l’asticella dei controlli.

Andrea Colombari