Minorenne molestata sul bus da un uomo di 63 anni. I genitori: “Non scarceratelo”

La studentessa fu avvicinata alla fermata e palpeggiata. Al no dei genitori della vittima alla scarcerazione, la figlia dell’imputato dà in escandescenze

Le pesanti molestie sarebbero avvenute a bordo di un autobus di Start Romagna, nella tratta fra Forlì e Ravenna

Le pesanti molestie sarebbero avvenute a bordo di un autobus di Start Romagna, nella tratta fra Forlì e Ravenna

Ravenna, 13 marzo 2024 – “Nel nostro Paese, alla tua età, sono già sposate, hanno già dei figli, fanno già l’amore". L’approccio, aberrante, nei confronti di una 15enne incrociata alla fermata del bus, era stato questo. Le molestie di natura sessuale sarebbero poi proseguite a bordo dell’autobus che da Forlì, lo scorso 16 settembre, riportava a Ravenna la studentessa, per la quale tale fu lo choc che ancora oggi ne sta soffrendo le conseguenze.

Per quei fatti, da metà novembre, è in carcere un 63enne originario del Congo. Il processo a suo carico, per violenza sessuale aggravata dalla minore età della giovane, è cominciato ieri davanti al tribunale in composizione collegiale. Attraverso il proprio legale, avvocato Filippo Raffaelli, l’uomo ha chiesto la scarcerazione e la misura dei domiciliari con permesso di recarsi al lavoro.

Quando, interrogati al riguardo dal presidente del collegio, Cecilia Calandra, i genitori della minorenne hanno opposto un rifiuto, è scoppiato un parapiglia, con la figlia dell’imputato che ha lanciato invettive, prima di essere allontanata dall’aula e di un ravvedimento finale.

Alla prossima udienza, fissata a metà aprile, potrebbe essere risentita la 15enne, che già aveva dettagliato l’accaduto davanti alla Squadra mobile.

Il tribunale, su richiesta della difesa, ha invece ingiunto a Start Romagna di indicare il nome dell’autista che quel giorno guidava il mezzo, da ascoltare come testimone. Una carta che il difensore intende giocarsi, dal momento che la giovane, dicendosi impietrita dall’atteggiamento dell’adulto, non aveva trovato la forza di gridare e chiedere aiuto.

A bordo c’erano solo tre-quattro passeggeri e un paio erano scesi poco dopo. Erano le 18, e la giovane dopo la scuola si era intrattenuta a casa di un amico. Il suo incubo, iniziato alla fermata, con anche l’invito (declinato) a fumare uno spinello, si era materializzato a bordo del mezzo pubblico. Qui, da parte dell’uomo, erano iniziati palpeggiamenti e riferimenti sessuali espliciti con invito ad andare a casa da lui. Lei intanto, sempre più impaurita, aveva scritto a un amico, mentre quell’uomo avrebbe cominciato a toccarla, pronunciando frasi oscene, nonostante la ragazza cercasse in tutti i modi di bloccargli le mani. Alla fine aveva però avuto un’intuizione, che nel breve aveva consentito alla polizia di dare un nome al presunto molestatore: accettare lo scambio del numero di telefono. Una trappola che ha funzionato, perché l’uomo le aveva subito fatto uno squillo.