Morbillo Faenza, caso sospetto alla materna. Chieste indagini

Alcuni genitori dei compagni di classe vanno dai carabinieri

ALUNNI L’interno di una scuola materna  in una foto d’archivio

ALUNNI L’interno di una scuola materna in una foto d’archivio

Faenza, 14 aprile 2019 - Dalle polemiche alla segnalazione ai carabinieri. Nel weekend alcuni genitori degli alunni della scuola materna in cui c’è un caso di sospetto morbillo sono andati dai militari e hanno raccontato tutti i loro sospetti contro l’istituto.

Da diversi giorni il clima, all’interno di una chat tra genitori di un asilo di Faenza, si è acceso parecchio: mercoledì pomeriggio infatti tutti i bambini che frequentano la scuola hanno ricevuto una chiamata dall’Ausl, che li avvisava circa un sospetto caso di morbillo per uno dei compagni. Tuttora l’azienda sanitaria non ha confermato la diagnosi, anche se in questi giorni sono state fatte diverse analisi per capire di che tipo di malattia soffra il piccolo. Nel dubbio è però scattato subito il protocollo sanitario: tutte le famiglie sono state chiamate e convocate all’ufficio per le vaccinazioni, dove tutti i bambini che frequentano la scuola sono stati sottoposti al richiamo del vaccino.

Morbillo, sintomi e trasmissione

La prima dose infatti, che viene fatta a 1 anno, copre circa dal 94-95% dei virus, mentre il richiamo che solitamente si fa a 5/6 anni assicura un’immunità più alta. Dopo la puntura però sono rimaste le domande dei genitori, dal momento che dal 10 marzo scorso, dopo l’entrata in vigore della legge contro i ‘no vax’, la scuola deve impedire l’accesso ai piccoli che non hanno fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie. Con questo sospetto già nei giorni scorsi alcuni genitori si erano rivolti ai carabinieri, che li avevano esortati però prima a parlare con il dirigente scolastico.

«E una delle rappresentanti l’ha fatto – spiega una mamma –, è andata nel suo ufficio venerdì scorso. Molti genitori avevano provato già giovedì per telefono, ma non era disponibile. Non ha detto nulla: solo che non poteva riferire niente per via della privacy, e di chiedere invece all’Ausl».

A quel punto i genitori si sono rivolti all’azienda sanitaria, «che ci ha detto che il sospetto è forte, ma bisogna attendere il risultato di alcune analisi. Non ci hanno fatto sapere se il bambino in questione fosse vaccinato, sempre appellandosi alla privacy. E così noi ci siamo rivolti ai carabinieri: loro potranno ottenere le risposte che a noi non sono state date. Non ci interessano i nomi, ma pensiamo che l’opinione di una famiglia non debba diventare un problema per tutti i bambini».

Il piccolo che ha mostrato i sintomi del morbillo è a casa da diversi giorni. Inizialmente la causa del malanno era stata scambiata con un’otite, poi sono comparsi i puntini rossi e i genitori l’hanno portato in ospedale. Tra i genitori della scuola si vocifera che nella chat di una delle sezioni una mamma abbia ammesso che si tratta di suo figlio, e che non era stato vaccinato contro il morbillo. Solo le analisi (e le indagini) ora confermeranno o smentiranno i sospetti.