"‘Moscone’, il locale nato dove c’era il fango"

La piadineria romagnola, con ambienti che richiamano la riviera degli anni ’80, ha aperto alle ex officine Mazzoni in via Mittarelli a Faenza

"‘Moscone’, il locale nato dove c’era il fango"

"‘Moscone’, il locale nato dove c’era il fango"

Applausi, sorrisi e brindisi hanno accompagnato ieri mattina l’inaugurazione di ‘Moscone’, un nuovo locale in via Mittarelli sulle antiche mura del centro storico faentino. A pochi passi dalla stazione delle corriere, negli spazi che fino a un decennio fa ospitavano le officine Mazzoni e che da tempo mancavano di una destinazione commerciale, due nuovi ambienti, uno interno e uno esterno arredati e restaurati con richiami alla riviera romagnola degli anni ’80 e al mondo dei locali da ballo, ospiteranno nuovamente un’attività commerciale. Una piadineria romagnola nella fattispecie, in un progetto che include beverage a chilometro zero e "una società di gestione a maggioranza femminile" come spiegato da Laura Servadei, nota in città per il suo impegno familiare all’interno della bottega ceramica Gatti. Proprio ai suoi trascorsi ceramici si devono le particolari piastrelle madreperlate che ricoprono muri e cucina delle ex officine. "Mi sono occupata per 25 anni di ceramica – ha sottolineato Servadei –, e forte di questo background ho voluto inserire elementi di questo tipo. Le piastrelle madreperlate sono frutto di un trattamento in terza cottura. Da quando abbiamo deciso di aprire le abbiamo letteralmente ‘sfornate’ ogni weekend fino alla definitiva applicazione". Servadei, oltre a essere socia, è anche proprietaria dei muri dal 2022 quando acquistò l’immobile insieme al marito Carlo Zauli, titolare di una società di comunicazione. "Di questo luogo mi ero innamorato – il commento di Zauli –, aveva un potenziale e mi piaceva l’idea di realizzare qui un locale pubblico. Abbiamo investito nell’ottica di riqualificare il quartiere e accendere un riflettore in questa zona di città. Solo in corso d’opera abbiamo deciso che cosa sarebbe diventato". I locali peraltro, per la posizione in cui si trovano, sono stati soggetti all’alluvione di maggio. "Era tutto distrutto e intasato dal fango – ha concluso Zauli –, ce lo siamo ripulito e la spinta per riqualificarlo è stata ancora più forte".

L’idea e lo sviluppo della nuova avventura sono stati inoltre appannaggio degli altri soci: Monica Bolchi, Alessandra Ciani, Fabrizio ‘Bicio’ Bagnara e Gian Maria Manuzzi, già noti per la gestione di locali a Faenza e in riviera. "È un’esperienza nuova per noi – rilevano Bagnara a Manuzzi –, avevamo da tempo un progetto legato alla piadina romagnola Realizzarla in questo luogo che era chiuso da tempo, che è stato alluvionato e dove avevamo anche ospitato due presentazioni della cena itinerante qualche anno fa è qualcosa di unico" ha chiarito Manuzzi. "Il progetto sulla piadina romagnola nasce qui a Faenza, ma speriamo di portarlo presto in giro per l’Italia – ha detto invece Bagnara –, siamo poi partiti di corsa perché il quartiere ne aveva bisogno. E poi c’è l’entusiasmo che contraddistingue la riviera". All’ambiente tipico di un ex officina meccanica infatti oggi si sostituiscono tavoli e sedute, ma anche lettini, ombrelloni, sdraio, un biliardino, e la torretta dei bagnini. Ai mezzi motorizzati invece il colpo di scena è regalato dalla presenza di un vero e proprio moscone a remi di colore rosso, simbolo intramontabile dell’estate rivierasca.

d.v.