"Nessun rimborso ma sistemate la strada"

L’appello di Sante Fochi, titolare della storica ditta che opera nel settore della pesatura in via Manara a Faenza: "Il Comune ci dia una mano"

"Nessun rimborso ma sistemate la strada"

Sante Fochi mostra gli articoli stoccati per terra dopo l’alluvione del maggio 2023

"Anni di sacrifici e di lavoro persi in una sole notte". Sante Fochi, titolare con i figli dell’omonima e storica ditta artigianale che da oltre un secolo opera nel settore della pesatura, vendendo e riparando bilance elettroniche e manuali, sistemi di pesatura industriale e domestica in centro a Faenza, è amareggiato. La ditta, costituita nel 1906 e molto conosciuta in Romagna, si trova in via Manara a pochi passi da piazza San Francesco, una zona che purtroppo, nella notte tra il 16 e il 17 maggio 2023, non fu risparmiata dall’alluvione. Come tanti altri commercianti, artigiani e privati della zona, la famiglia Fochi si è data molto da fare per risollevarsi dal tremendo evento, nonostante i gravi danni subiti. "Noi gli articoli li avevamo stoccati tutti per terra – sottolinea Sante Fochi –, e qui l’acqua è arrivata a un metro e 30. Ci sono i segni. Tra i vari macchinari c’erano anche affettatrici manuali che avevano più di 100 anni. Solo una di quelle valeva 20mila euro".

Un danno ingente, dunque, il cui ammontare fa lievitare i costi a "oltre 500mila euro" senza le spese di ripristino dei locali che la famiglia ha dovuto sostenere, come l’impianto elettrico o la rintinteggiatura. "E nei muri c’è ancora il 100% di umidità perché si tratta di mura antiche e molto spesse", fa notare il figlio Fabio Fochi. Ripristini pagati di tasca secondo quanto spiegato dalla famiglia Fochi, senza ricorrere ai fondi messi a disposizione dalla Struttura commissariale del generale Figliuolo. "Il fatto è che nelle ordinanze c’è scritto che la merce deve essere riacquistata, ma una bilancia di 50 anni fa o un’affettatrice che ha più di 100 anni dove si ricompra?". Da qui la decisione di non presentare istanze, avvalendosi dei ristori immediati come il bando della Camera di commercio: "Abbiamo avuto circa mille euro. Per la pratica dei rimborsi invece abbiamo affrontato il discorso con il nostro tecnico, e alla fine sarebbe stato un rischio sostenere altri investimenti, per poi magari vedersi negata l’istanza". Una situazione burocratica che non troverebbe sbocchi, a cui si aggiungono i problemi ordinari, che la ditta ora lamenta, come l’accumulo di acqua piovana in via Manara. "Già prima del maggio dello scorso anno – dice Fochi –, furono eseguiti dei lavori sulla strada e i pozzetti di scarico sono stati lasciati a livello superiore dell’asfalto. Inoltre davanti al negozio si è verificato l’abbassamento della sede stradale". Così si creerebbe una conca in cui l’acqua, quando piove molto, si accumula "e raggiunge l’interno dell’attività. Poi, quando passano le auto, alzano l’acqua fino al livello della saracinesca". Da qui la richiesta di intervento al Comune, attraverso l’app Comunichiamo, datata maggio. Alla quale però non sarebbe seguita risposta: "Solo le ditte del Comune possono intervenire. E telefonicamente mi è stato detto di aspettare, ma sono già trascorsi troppi mesi e la stagione delle piogge si sta avvicinando. Ho già dovuto sostituire la serranda. Ed è stata un’ulteriore spesa che, come alluvionato con tanta merce andata distrutta e tante spese sostenute, avrei preferito non fare".

Damiano Ventura