ROBERTO ROMIN
Cronaca

Non è una partita come le altre, ecco perché. I giallorossi vogliono una rivincita sul campo

La Pistoiese l’anno scorso si ritirò a 5 turni dalla fine danneggiando il Ravenna, poi poco dopo si iscrisse al campionato. .

Un momento della partita d’andata: i toscani vinsero per 1-0

Un momento della partita d’andata: i toscani vinsero per 1-0

Che la Pistoiese Fc sia una sorta di Aglianese ritinteggiata di arancione, non lo dicono i giornali, ma la Federcalcio, dal momento che la matricola federale (917375) è la stessa. Ovvero, c’è continuità. O meglio, fra la Pistoiese storica, quella della serie A 1980-81 con Lippi, Bellugi e Agostinelli, poi fallita due volte (‘88 e 2009) ma sempre ripartita dal basso, e la Pistoiese Fc di oggi, non c’è nulla in comune, se non i colori sociali. Che poi le regole lo ammettano, è un altro discorso. Così come è ammesso il risentimento del club toscano quando si evidenzia questo aspetto. Fa parte del gioco, insomma.

Il Ravenna – fallito due volte e ripartito dall’Eccellenza nel 2001 e dalla Promozione nel 2012 – che scenderà in campo oggi, non ha mai cercato scorciatoie. È stato riammesso (non ripescato, la differenza è sostanziale) nel 2020, dopo una delle più grandi ingiustizie mai viste, legate al blocco dei campionati per covid. Ma, di fusioni, di assorbimenti o di acquisizioni del titolo da club del circondario, non se n’è mai parlato. In termini di giustizia sportiva, quello che c’era da pagare, il calcio ravennate lo ha sempre pagato. Magari cercando di far valere le proprie ragione (come nella rovente estate del 1994 quando, con la compiacenza del presidente federale Matarrese, il Ravenna fu beffato dal Cosenza per la riammissione in B), ma ha sempre pagato fino all’ultimo centesimo, anche morale.

Lo scorso anno, il fallimento (poi si è scoperto dopo) ‘pilotato’ della ‘vera’ Pistoiese che ha agevolato il subentro della Pistoiese Fc attraverso l’acquisizione del titolo dell’Aglianese, non è andato giù al Ravenna. E nemmeno al Forlì. Un pastrocchio, ammesso, anche questo, dai regolamenti, ha impedito che il merito sportivo potesse dire la propria in base ai risultati conseguiti sul campo. Il Ravenna, che avrebbe meritato lo spareggio promozione col Carpi, ha protestato, parlando di etica sportiva calpestata, ma a niente è servita nemmeno la successiva battaglia legale. Ravenna e Forlì, sulla propria pelle, hanno fatto da spettatori alla morte e alla rinascita del calcio pistoiese avvenuta a tempo di record, in poche settimane (addirittura, i giallorossi stavano ancora giocando i playoff quando la nuova Pistoiese faceva il mercato per la stagione in corso...).

È passato il concetto che, un club, anche storico come quello arancione, può ritirarsi a cinque 5 giornate dalla fine del campionato, e rifarsi una verginità, ovvero ripresentarsi al via della stessa categoria, l’anno successivo. Ravenna (città, tifosi, sportivi e appassionati), e il Ravenna, hanno incassato la beffa e, all’uscita dei calendari, hanno preso nota del 26 gennaio 2025. Lo sport e la rivalità calcistica sono anche questo. Cioè, la rivincita, com’è giusto che sia, si prende sul campo. Tanto più che il match odierno, oltre agli aspetti legati al recente passato, mette in palio punti pesanti per la classifica.