
Occlusione delle coronarie Un programma di interventi con le tecniche più complesse
Un programma strutturato per eseguire le operazioni al cuore più complesse, dove occorre riaprire le arterie chiuse con un filo sottilissimo e tecniche avanzate. È quello che da qualche mese è stato messo a punto all’ospedale di Ravenna, grazie all’assunzione di un giovane medico con una formazione specifica nella materia, a spazi che consentono la presa in carico dei pazienti e anche alla supervisione di Roberto Garbo, tra i massimi esperti internazionali in materia.
Al centro del progetto c’è Manfredi Arioti, cardiologo interventista originario di Roma, specializzatosi al Policlinico Gemelli, con alle spalle esperienze in Scozia, a Glasgow, e poi in Liguria. Ed è proprio in Liguria che ha iniziato a collaborare con Garbo, tra i più esperti per la disostruzione delle coronarie chiuse. Lo scorso settembre ha accettato l’offerta dell’Ausl Romagna per venire a lavorare al Santa Maria delle Croci, nell’équipe di Cardiologia diretta dal primario Andrea Rubboli. A novembre è partito il programma per il trattamento dei casi più complessi di occlusione delle coronarie, rivolto a pazienti con sintomi e un quadro clinico stabile ma che richiede la riapertura di questi vasi sanguigni. Il punto sta tutto nella tecnica: quella classica, detta anterograda, permette di riaprire le coronarie utilizzando un filo che segue il flusso sanguigno. "Ma nei casi più complessi – spiega Arioti – ha successo solo il 50-60% delle volte. Il tasso arriva al 90-95% con l’utilizzo della tecnica retrograda, in cui la coronaria viene aperta seguendo il flusso dalla coronaria vicina che in questi casi accorre naturalmente in soccorso: si tratta, però, di una tecnica più complessa da eseguire".
E proprio questa seconda tecnica è quella che viene eseguita grazie al nuovo programma, che richiede, oltre alla professionalità del medico, anche spazi adeguati: "Il lavoro del dottor Arioti può richiedere 2, 3 o anche 4 ore – spiega il primario Rubboli – e se nel frattempo arriva un paziente con un infarto in corso ha la precedenza. Chiaramente noi dobbiamo fare in modo di curarli entrambi nello stesso momento". "Ravenna è strutturata per un programma di questo tipo – aggiunge Arioti – perché si avvale di due sale di emodinamica e una terza di elettrofisiologia, e sono pochi i centri con due sale di emodinamica". Naturalmente deve esserci anche personale per seguire entrambe le procedure e i posti letto necessari ad accogliere per una notte i pazienti operati alle coronarie. Per questo l’ospedale ha organizzato il lavoro prendendo in carico 4 pazienti alla volta che vengono trattati in due giornate. In questo modo nel 2023 si conta di operare almeno 30 pazienti, mentre da novembre a oggi si è intervenuti su 14.
Sara Servadei