Pavoni di Punta Marina Gli animalisti: "Siano liberi"

Lettera aperta al Comune di Ravenna: "Sono 40, non è un’invasione. Per la pacifica convivenza più pulizia delle strade, dissuasori e rimborsi danni".

Pavoni di Punta Marina  Gli animalisti: "Siano liberi"

Pavoni di Punta Marina Gli animalisti: "Siano liberi"

Dopo la rinuncia dell’allevatore di Civitella, nel Forlivese, che si era offerto di prelevare i pavoni di Punta Marina, le associazioni per i diritti degli animali tornano a fare sentire la loro voce. Lo fanno con una lettera aperta indirizzata al Comune di Ravenna in cui rivolgono un appello diretto al sindaco Michele de Pascale e all’Ufficio per i Diritti degli animali affinché "venga totalmente rivisto l’approccio alla gestione dei pavoni di Punta Marina". Prima di tutto tengono a precisare che quella degli eleganti pennuti non è "propriamente un’invasione", considerando che "nella stessa determina per manifestazione di interesse per cattura e trasferimento dei pavoni l’Amministrazione comunale quantifica il loro numero in circa 40 esemplari". Poi le associazioni animaliste chiedono a sindaco e Giunta di adottare i cosiddetti "metodi ecologici" affinché si stabilisca una pacifica convivenza tra i pavoni e gli abitanti di Punta Marina, molti dei quali non tollerano la presenza dei pavoni che "seminano escrementi" e "disturbano la quiete con i loro versi".

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La soluzione per le associazioni animaliste sta in tre punti essenziali: "Maggiore pulizia delle strade nel lido (già necessaria a prescindere dai pavoni), rimborso in caso di comprovati danni causati dagli animali, studio di eventuali dissuasori visivi per allontanare gli animali da case e strade". Puntano poi il dito contro l’assenza nella determina comunale di "vincoli ad impedire vendita o utilizzo a scopi alimentari", aggiungendo che "solo grazie a ricerche svolte dall’associazione Clama si è scoperto che l’affidatario scelto dal Comune era esecutato dopo vendita all’asta". Insomma le associazioni animaliste "desiderano che i pavoni rimangano nella pineta, dove vivono liberi, e non in voliere di 1,60 m come la determina consentirebbe". E, in risposta alla nota del Comune con cui si annunciava la rinuncia al trasferimento dei pavoni da parte dell’allevatore del Forlivese, affermano che "di certo essere catturati, chiusi in voliere e rivenduti senza alcun vincolo non rappresenterebbe in alcun modo una tutela del benessere animale". Per questo chiedono un cambio di passo, dichiarandosi disponibili a essere interpellate e coinvolte in quella che definiscono "una corretta procedura gestionale in merito".