Pezzi di storia e scienza I cimeli della Torricelliana

Nella sede di Palazzo Laderchi disegni di esperimenti, autografi e manoscritti. Parte del materiale risale all’Esposizione del 1908, visitata anche dal re

Pezzi di storia e scienza  I cimeli della Torricelliana

Pezzi di storia e scienza I cimeli della Torricelliana

Varcarne la soglia equivale a fare un balzo indietro nel tempo: luci basse, scrivania in legno e schedari di altri tempi. E ancora: dipinti, diplomi e strumenti di fine Ottocento. Benvenuti nella sede della Torricelliana. Al primo piano di Palazzo Laderchi, accanto al Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea, ha sede un’importante istituzione culturale della città, la ‘Società Torricelliana di scienze e lettere di Faenza’. La storia dell’Accademia risale al 1947 e prende il via dalla volontà di alcuni intellettuali faentini che avevano a cuore la cura e lo studio di temi scientifici e letterari e in particolare i problemi che furono oggetto di ricerca da parte di Evangelista Torricelli, il matematico e fisico che, dopo anni di diatribe tra alcune municipalità, è stato definitivamente dato per faentino di nascita.

Anche il meno interessato, nell’entrare nelle due sale affrescate della sede dell’Accademia, non riuscirà a non alzare gli occhi verso le volte. Gli ambienti occupati dalla Torricelliana, che appartengono alla parte settecentesca di palazzo Laderchi, hanno infatti splendidi soffitti affrescati. Quale migliore sede quindi per la Società dedicata al matematico e fisico tra i cui studi ci sono anche quelli sui fluidi che lo portarono all’invenzione del barometro a mercurio. E così se i pezzi più pregiati e originali, parti di barometro e uno splendido astrolabio, sono conservati in cassette di sicurezza presso alcune banche della città, al pari di altri oggetti originali del ‘700, la sede della Torricelliana ha moltissimi strumenti che arricchiscono l’esposizione.

La Società accademica infatti, oltre ad essere un luogo dove si conservano documenti e strumenti è, proprio per la ricchezza di testimonianze, museo e biblioteca scientifica. Il corpus iniziale arriva dai materiali che riguardavano lo scienziato presenti nella ‘Tribuna Torricelliana’ durante l’Esposizione del 1908, così blasonata da essere meta dell’allora re Vittorio Emanuele III. I cimeli erano principalmente riproduzioni di strumenti scientifici, disegni di esperimenti, autografi, manoscritti, quadri, fotografie, ritratti e altri oggetti, a cui vennero ad aggiungersi tanti documenti e molto di quanto stampato nell’occasione, tra cui una serie di cartoline dedicate all’Expo, vero appannaggio per i collezionisti. La raccolta torricelliana dopo l’esposizione cambiò più volte sede fino ad approdare, nel 1974, nella sede di Palazzo Laderchi, dove si trova tutt’ora.

Dal 1947 il Museo, che contempla anche una biblioteca scientifica, è affidato alla Società Torricelliana, che cura la tutela, la valorizzazione e l’incremento delle raccolte, riguardanti non più esclusivamente la figura di Torricelli, ma anche altri aspetti di storia della scienza e di erudizione locale. L’attuale organigramma della Società vede come presidente, dal 2012, Alessandro Montevecchi, e vicepresidente, Valeria Righini. Con loro in vari ruoli: Pietro Lenzini, Gilberto Casadio e Pietro Baccarini. Tra le tante attività portate avanti dalla Società ci sono l’organizzazione di convegni e la pubblicazione dei relativi atti e l’apertura al pubblico il sabato dalle 9.30 alle 12.30 o su prenotazione per le scolaresche.