
I numeri confermano l’importanza dello scalo ravennate: nel 2023 ha movimentato 25,6 milioni di tonnellate di merci, per un valore di 50 miliardi di euro
Una revisione dell’algoritmo che ha determinato il declassamento della Dogana di Ravenna viene chiesta dall’Unione degli Utenti del Porto in una ‘istanza di opposizione’ inviata alla Direzione delle Dogane a Roma e ai ministeri competenti, con il supporto delle associazioni di categoria, della Regione, del Comune, della Camera di commercio e di Confcommercio. Il provvedimento, annunciato il 23 gennaio, continua a suscitare forti preoccupazioni, soprattutto dopo l’annullamento dell’incontro previsto per il 10 febbraio tra il presidente dell’Autorità Portuale, Daniele Rossi, e il direttore centrale delle Dogane. La questione approderà domani in Parlamento, con la discussione dell’interpellanza dell’onorevole Ouidad Bakkali (Pd).
L’istanza dell’Unione Utenti sottolinea i rischi di disservizi e danni economici per il sistema produttivo, in particolare per il Nord e il Centro-Nord Italia, perché il porto di Ravenna è un nodo strategico da e per il Mediterraneo, il Nord Africa, la Penisola Arabica e il Far East. I numeri confermano l’importanza dello scalo: nel 2023 ha movimentato 25,6 milioni di tonnellate di merci, per un valore di 50 miliardi di euro, è quarto porto nazionale e primo in Italia per movimentazione di rinfuse solide (cereali, materie prime per l’industria ceramica, fertilizzanti e prodotti siderurgici). Inoltre, è uno più avanzati sul piano dell’intermodalità ferroviaria, con 8.000 treni annui e una quota di trasporto intermodale del 13%.
Sul piano fiscale il declassamento può avere un impatto rilevante: la Dogana di Ravenna ha generato nel 2024 un gettito di 2 miliardi di euro, di cui 1 miliardo in accise, pari al 2,8% del PIL nazionale. Inoltre, il porto impiega direttamente e indirettamente 12.000 persone e la sua operatività ridotta potrebbe portare a una contrazione occupazionale. Per gli operatori si rischia di compromettere 5 miliardi di investimenti, con ricadute su progetti strategici anche per l’efficienza e la transizione energetica. Tra questi, il Progetto Ravenna CCS per la cattura e stoccaggio della CO2 realizzato da Snam ed Eni; il nuovo terminal di rigassificazione, in funzione dal 2025; gli investimenti per automazione logistica, decarbonizzazione ed efficienza energetica del Gruppo Marcegaglia; il nuovo stabilimento Ferretti Group; il Progetto Ravenna Port Hub; il nuovo Terminal Container e la stazione marittima in costruzione; l’attuazione della Zona Logistica Semplificata.
Maria Vittoria Venturelli