REDAZIONE RAVENNA

Ragazza aggredita e spogliata: a processo

Il fatto, avvenuto in viale Stradone, risale a Luglio. Ieri l’udienza preliminare: un 28enne di Imola è accusato di violenza sessuale e lesioni

Quasi venti minuti di puro terrore con quello sconosciuto che l’aveva scaraventata giù dalla bici, afferrata per il collo, trascinata e spogliata per infine – ultima umiliazione – sottrarle gli abiti costringendola così a tornare a casa seminuda. Per quanto accaduto a una ragazza la notte del 16 luglio scorso su viale Stradone a Faenza, ieri mattina davanti al gup Sabrina Bosi del tribunale di Ravenna è iniziata l’udienza preliminare a carico di un 28enne di Imola disoccupato, finora incensurato e tutt’ora ai domiciliari: il giovane – difeso dagli avvocati Mauro Faccani ed Elena Ragazzini – deve rispondere di violenza sessuale e di lesioni personali (per lei, prognosi di un paio di settimane).

La ragazza si è costituita parte civile con l’avvocato Fabrizio Albonetti quantificando danni per quasi 190 mila euro sulla base di una indagine peritale. Perlomeno al momento, il 28enne, dopo avere chiesto di essere giudicato per abbreviato (rito che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena), ha offerto a risarcimento completo poche migliaia di euro. Su richiesta della difesa (alla quale il pm Silvia Ziniti e la parte civile si erano opposti), il giudice ha deciso di incaricare lo psichiatra Roberto Zanfini per capire le condizioni psichiche del 28enne al momento dei fatti e se il giovane – che è seguito al Sert - fosse affetto da disturbo di personalità o da altro tale da incidere sul suo comportamento.

Al suo nome, i carabinieri della locale Compagnia coordinati dal pm Ziniti erano arrivati giusto il giorno dopo ai fatti. In particolare grazie alle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, era stata individuata la targa della vettura del sospettato. Dai filmati, gli inquirenti avevano dedotto che il giovane aveva incrociato la ragazza evidentemente inquadrandola da subito come preda tanto che aveva cambiato rotta fosse pedinandola poi per un po’. Lei aveva pure imboccato una strada contromano ma lui l’aveva riagganciata. Interrogato il giorno dopo alla presenza di un legale, il 28enne aveva detto di essere andato a Faenza per incontrare alcuni amici e di avere fumato uno spinello: aveva ricostruito il fatto per quello che si ricordava ammettendo le sue responsabilità in un atteggiamento definito collaborativo ma non era riuscito a spiegare come potesse essersi trovato lì con la malcapitata. Per lui dopo un paio di settimane era scattata l’ordinanza di custodia cautelare, tutt’ora in piedi, a firma del gip Corrado Schiaretti.

Per quanto riguarda la ragazza, la sua denuncia aveva da subito restituito un particolare che nel panorama della cronaca locale rappresenta una situazione più unica che rara: ovvero una violenza sessuale con la vittima scelta a caso per strada, dettaglio che rende ancora più inquietante l’accaduto. Lei quella sera stava rincasando dopo avere accompagnato un amico. Poi all’improvviso quello sconosciuto in auto – descritto come lucido e determinato - le aveva tagliato la strada, l’aveva scaraventata giù dalla bici e l’aveva afferrata per il collo e trascinata tanto che lei in quel momento aveva avuto paura che lui la volesse ucciderla. Per impedirle di urlare, lui le aveva pure tappato la bocca; quindi l’aveva spogliata e aveva iniziato a toccarsi. Infine, prima di allontanarsi, le aveva sottratto gli abiti gettandoli chissà dove: una mossa forse assestata ad hoc per rallentare la richiesta di aiuto di lei e avere così un maggiore margine di fuga.

Andrea Colombari