
Corse in pullman e prime occhiate sul mondo: la gita scolastica è forse l’ultimo rito collettivo dell’umanità, il momento che tutti ma proprio tutti ricordano ben oltre le colonne d’Ercole dell’infanzia e dell’adolescenza. Appena alcuni mesi fa sembrava utopistico pensare di riuscire a mandare i ragazzi in gita in quest’annata scolastica, eppure il tempo ha dato ragione alla scommessa fatta ad esempio dall’Istituto Oriani, fra i primi a voler immaginare di organizzare uscite d’istruzione già quest’anno.
La maggior parte delle gite hanno avuto come meta città e aree naturali italiane: Napoli, Paestum e il Cilento, Torino, Venezia, Matera. Il tradizionale viaggio della memoria in direzione della Polonia, reso complicato dai postumi burocratici della pandemia, è stato reindirizzato verso Roma, i suoi musei – in primis il museo ebraico – e le sue aree archeologiche, alcune delle quali fortemente legate alla presenza nella capitale della millenaria comunità ebraica. Varie classi, nello specifico quelle che hanno un programma scolastico particolarmente focalizzato sulle lingue straniere, hanno potuto fare rotta anche verso altri paesi europei.
In particolare, segnalano dall’Oriani, "alcune classi hanno potuto cogliere al volo l’occasione di frequentare percorsi di formazione linguistica e di alternanza scuola-lavoro, per la durata di quattro o cinque giorni, su navi da crociera, che li hanno visti salpare verso Genova, Civitavecchia, Taranto, Siracusa, ma anche Marsiglia e Valencia". Nel complesso, pressoché tutte le classi del biennio e del triennio sono riuscite ad andare in gita. Anche fra i più giovani è tornato il tempo dei viaggi d’istruzione, "seppure con moderazione", fanno notare dall’istituto comprensivo Domenico Matteucci, che raduna una parte significativa delle scuole del centro storico e degli immediati dintorni, da quelle dell’infanzia alle medie.
"Per quest’anno si è preferito privilegiare mete nei paraggi. In parte anche per venire incontro alle difficoltà delle famiglie, i cui bilanci sono messi a dura prova dalle conseguenze della pandemia e dall’aumento del costo della vita". Anche per questo tutte le uscite saranno a carico degli istituti: "le scuole medie, così come le primarie e le scuole dell’infanzia, faranno rotta per alcune delle mete più classiche dell’Emilia Romagna. Ad esempio l’Italia in miniatura’, nel riminese, ma anche Santa Sofia, nel territorio del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, o San Lazzaro, nel bolognese". Ai ragazzi delle medie sarà poi offerta la possibilità di un’uscita al rifugio Carnè, nel parco regionale della Vena del Gesso: si tratterà di una giornata dedicata soprattutto alla socializzazione, "non propriamente un viaggio d’istruzione ma un’uscita con dei laboratori sul campo, ma con anche molti momenti di libertà".
Filippo Donati