
I primi 6 sono arrivati a inizio febbraio, altri li hanno raggiunti in seguito e altri ancora arriveranno nei prossimi mesi. Si preparano a prendere servizio gli infermieri che il consorzio Solco e Confcooperative hanno fatto arrivare nel nostro territorio da Tunisia e India: una scelta non facile a livello organizzativo, presa però per colmare la mancanza di personale sanitario che Ravenna vive come tutta l’Italia.
In totale sono una ventina i professionisti accolti: una decina dall’India e una decina dalla Tunisia. Altri dieci sono attesi dall’Albania. "I primi sono arrivati ormai 4 mesi fa – dice Giacomo Vici, direttore del consorzio Solco –. Hanno fatto prima di tutto un percorso per imparare l’italiano, che prosegue tuttora. Poi, non appena è stato possibile assumerli, hanno iniziato a fare affiancamento nelle strutture".
Il grande bisogno di infermieri da parte del consorzio Solco è legato ovviamente all’apertura della Rosa dei venti, maxistruttura per anziani nei pressi della rotonda Austria, nella zona di Borgo Montone. Il gigantesco complesso, costruito negli ultimi tre anni, è stato inaugurato a fine aprile ma all’interno non sono ancora ospitati anziani. A gestirlo è il consorzio Rosa dei venti, nato nel 2016 dalla collaborazione tra il consorzio Solco Ravenna, associato a Confcooperative Romagna, e la cooperativa sociale Il Cerchio, associata a Legacoop Romagna. "Stiamo definendo gli ultimi dettagli anche a seguito delle richieste specifiche avanzate dall’Ausl – spiega Vici –. Saremmo contenti di riuscire a partire con i primi ingressi già entro giugno, o all’inizio di luglio". All’interno ci saranno 136 posti per anziani, di cui 97 accreditati e 39 a libero mercato. Gli infermieri saranno una quindicina, a cui si affiancheranno gli oss, operatori socio sanitari: "E sono gli infermieri i più difficili da reperire – spiega Vici –. Ora i ragazzi che sono arrivati dall’estero sono impiegati nelle altre strutture del consorzio Solco (sono 11 in tutta la provincia, ndr) dove stanno facendo affiancamento".
Del resto adattarsi a una realtà per loro completamente estranea non è facile per i lavoratori arrivati dall’estero, che ovviamente hanno le competenze e gli studi per poter fare gli infermieri ma non conoscono la lingua. "Al netto di alcune difficoltà che ci sono state e che sono logiche – prosegue Vici – ci troviamo bene. Hanno preso tutti possesso della loro casa, hanno iniziato a lavorare. Un paio di persone hanno scelto di andare altrove, di tornare a casa o di ricongiungersi con parenti altrove. Ma i più stanno lavorando e siamo contenti. Ora abbiamo un canale aperto con l’Albania per far arrivare anche da lì una decina di infermieri".
La difficoltà nel reperire personale, del resto, è un problema che la sanità denuncia da tempo: "Non so dire se ciò che abbiamo fatto può essere la soluzione – conclude Vici –. Ciò che posso dire è che è stata una situazione che abbiamo dovuto gestire in risposta a una questione di emergenza".
Sara Servadei