
Salvate due testuggini palustri: "A Mandriole la loro oasi protetta"
Una giornata nel microcosmo delle testuggini palustri europee: è in programma il 14 luglio, alle 17.30, all’ Acqua Campus Natura di Mandriole, all’interno dell’Oasi di Volta Scirocco, una speciale edizione della campagna ambientale ‘Big Jump’, dedicata alla reintroduzione di due testuggini pronte al ritorno nel loro habitat dopo un breve ricovero nelle sale del Centro sperimentale per la tutela degli habitat di Marina di Ravenna, legato a ferite di lieve entità. Evento organizzato, fra gli altri, da Legambiente, Regione, Anbi e Cestha. La testuggine palustre Emys orbicularis, meno conosciuta e appariscente rispetto a fenicotteri, ibis e cicogne, è uno degli animali simbolo delle aree umide ravennati: "Proprio un luogo come Volta Scirocco, interdetto per tutto l’anno a eccezione di eventi come quello in programma, è un ambiente tipo per questa specie – spiega il direttore del Cestha, Simone D’Acunto –. Parliamo infatti di un bacino di acqua dolce, essenziale per le testuggini, circondato da altri ad acque salmastre. Un frammento di natura particolarissimo proprio perché minacciato dall’ingressione di acqua marina e salmastra, per il quale stiamo portando avanti un progetto di conservazione in collaborazione con il Parco del Delta del Po e il Canale emiliano-romagnolo. Lì i flussi di acqua sono regolamentati: in questo modo manteniamo ad acqua dolce un microecosistema che, lasciato alla natura, evolverebbe probabilmente in qualcosa di diverso". L’habitat italiano delle testuggini è molto frammentato: "La Emys orbicularis è una cosiddetta specie ombrello: il suo benessere è indicativo del buono stato di conservazione di un intero ecosistema".
A minacciarla, oltre all’ingressione salina nel suo ecosistema, è soprattutto la competizione con la testuggine palustre americana della specie trachemys picta, diffusasi nell’ambiente per via delle avventate liberazioni in natura effettuate da cittadini che tenevano degli esemplari in casa. "Si tratta di una specie più resistente, maggiormente adatta alla competizione in un ecosistema povero di risorse". Gli ultimi dodici mesi sono stati un annus horribilis sotto questo aspetto: "Complice l’alluvione sono arrivate in natura, provenienti dai giardini o da case allagate, almeno sette o otto diverse specie di testuggini americane ed asiatiche, appartenenti ai generi chrysemys, graptemys, per arrivare fino alle testuggini dal guscio molle. Non siamo dinanzi a una minaccia incombente: non tutte prolifereranno, ma la situazione andrà monitorata. Da parte nostra – prosegue D’Acunto – l’impegno è quello per dare vita a un progetto di tutela dedicato specificatamente alla testuggine palustre europea, con un programma di allevamento e reintroduzione degli esemplari, in modo da irrobustire la consistenza numerica della specie in Italia".
Filippo Donati