Scuola senza cellulari: il test dell'Itis di Ravenna

Già prima del Covid la scuola aveva avviato una sperimentazione: "Gli studenti tendono a isolarsi". Al liceo artistico la proposta invece è stata bocciata: "Ma il problema è peggiorato nel corso del tempo"

Il preside dell’Itis Nullo Baldini Antonio Grimaldi in classe

Il preside dell’Itis Nullo Baldini Antonio Grimaldi in classe

Ravenna, 14 settembre 2022 - Suona la campanella, si torna a scuola. Si entra in classe, si chiudono i cellulari nel cassetto della cattedra e si fa l’appello. Il liceo Malpighi di Bologna, di cui si è parlato recentemente sulle cronache nazionali, non è l’unico istituto a mettere ’sotto chiave’ gli smartphone durante le lezioni: succede anche all’itis Nullo Baldini.

Non solo, ma non è nemmeno il primo anno che si prende questa iniziativa: "Prima del Covid c’era stata una sperimentazione, accolta positivamente dalle famiglie – racconta il preside Antonio Grimaldi –. Anche i ragazzi stessi socializzano di più, altrimenti tendono a rifugiarsi nei loro cellulare senza interagire coi compagni. Con questa iniziativa vogliamo anche spingerli a stare insieme e a far crescere le relazioni tra di loro".

La sperimentazione, partita prima della pandemia, era stata poi interrotta: "L’insegnante avrebbe dovuto sanificarsi le mani a ogni cellulare, ci siamo quindi limitati alle raccomandazioni" aggiunge Grimaldi. La regola vale solo nei primi due anni di scuola, in quanto dopo si valuta che i ragazzi siano più grandi e quindi più responsabili. I telefonini vengono chiusi nel cassetto della cattedra. "Ormai anche noi adulti col cellulare facciamo tutto, sempre – prosegue Grimaldi – e questo si riversa anche nell’uso che ne fanno i ragazzi".

L’anno scolastico è alle porte: si parte domani e all’itis ci saranno 5 classi in più rispetto all’anno scorso, tanto che durante l’estate è stato necessario ricavare nuove aule.

La questione cellulari è stata dibattuta anche al liceo artistico, dove però la scuola ha fatto una scelta diversa. "Qualche docente ha posto la questione – racconta il preside Gianluca Dradi – ma io ho detto di no, che non abbiamo il potere di sequestrare beni di proprietà degli studenti. Ciò che possiamo fare è chiedere ai ragazzi di usare il buonsenso: non usare il cellulare in classe a meno che non sia per motivi didattici, su richiesta dell’insegnante, e se viene fatto un utilizzo improprio si fa una nota disciplinare: alla terza scatta la sospensione". Il problema del cellulare a scuola però esiste: "È peggiorato nel tempo – aggiunge Dradi – e a volte accade che siano gli stessi genitori a chiamare o scrivere ai figli durante la mattinata. Quando non c’è la collaborazione delle famiglie diventa più complicato".

Ogni scuola fa le sue scelte. E al liceo di Lugo "non vediamo proprio la necessità di procedere chiudendo a chiave i cellulari – dice il preside Giancarlo Frassineti –. Si tratta di strumenti di cui si può fare un buon uso o anche un uso non appropriato, e ovviamente l’indicazione è che vengano utilizzati solo per motivi didattici". Manca pochissimo: domani i ragazzi torneranno finalmente a scuola senza mascherine. "Siamo pronti – aggiunge Frassineti – e anche l’organico è quasi al completo".