Scuole, riapertura a metà "Organico e orario ridotto, si poteva attendere"

Il prof di sostegno alla media ‘Pellico’ di Voltana, Alberto Martuzzi: "Oltre il 50% degli insegnanti non disponibile e i ragazzi hanno perso pure i libri".

Un servizio che rischia di diventare il contrario. È così che Alberto Martuzzi, insegnante alla scuola secondaria di primo grado ‘Silvio Pellico’ di Voltana, parte dell’istituto comprensivo statale ‘Silvestro Gherardi’ di Lugo, commenta la decisione di riaprire le scuole a pochi giorni dagli eventi alluvionali che hanno messo in crisi il territorio. "Più del 50% dell’organico degli insegnanti non è disponibile – racconta –. Molti di loro sono residenti fuori zona e soprattutto una buona parte ha subìto danni legati all’alluvione e non si può muovere. Per questo nell’istituto di Voltana, ad esempio, è stato introdotto un orario ridotto, dalle 9 alle 13 che riesce a essere coperto grazie alla disponibilità di alcuni a fare il doppio e, a volte, il terzo turno. Io mi chiedo, che senso ha? Ai fini didattici la decisione di riaprire comunque le scuole, giovedì scorso, quando ancora si parlava di allerta rossa, è nulla. In queste condizioni, crea soltanto del disagio aggiuntivo, non solo agli insegnanti ma soprattutto alle famiglie". A questa riflessione generale se ne aggiungono altre, circostanziate. "In un istituto superiore, al rientro, gli insegnanti hanno deciso di fare svolgere ai ragazzi delle verifiche. È servito l’intervento del preside a farli desistere. C’è qualcosa che non funziona".

"Ci sono studenti – continua Martuzzi – che, durante l’alluvione hanno perso anche i libri sui quali studiare. Non è possibile riaprire le aule con una verifica. In altre scuole, gli insegnanti invece di fare lezione, portano gli alunni a fare volontariato nelle abitazioni colpite dalle alluvioni. Ma a quel punto non sarebbe stato meglio lasciarli direttamente a casa ad aiutare le loro famiglie? Io credo che, al di là di tutto, serva il buon senso e non la voglia di fare a gara a chi, fra i comuni, riapre per primo gli istituti scolastici". Altro tema, quello dei precari del mondo della scuola sicuramente meno tutelati degli insegnati di ruolo anche in casi emergenziali come quello attuale. "Io sono precario da 17 anni – continua – e come tale non posso prendere dei permessi retribuiti per poter gestire la mia situazione a casa. Anche io sono stato alluvionato. Ho definito con la dirigente scolastica la possibilità di compensare con dei recuperi che la prossima settimana mi costringeranno a stare a scuola più di quanto previsto. Io mi occupo di sostegno. La mia assenza, durante la settimana, ha significato anche lasciare senza insegnante il ragazzo che seguo. Non dico che sarebbe stato necessario non riaprire la scuola fino alla chiusura ufficiale del 7 giugno ma almeno, slittare la riapertura direttamente al 29 maggio per dare a tutti qualche giorno di respiro. La dirigente scolastica della ‘Gherardi’, Federica Serenari, si è battuta in questo senso durante le riunioni organizzate per decidere, ma nessuno le ha dato ascolto".

Monia Savioli