REDAZIONE RAVENNA

Simulazione sicurezza nei cantieri: la scuola edile di Ravenna utilizza visori VR

La scuola edile di Ravenna introduce visori VR per insegnare la sicurezza nei cantieri, aumentando la consapevolezza dei rischi.

La scuola edile di Ravenna introduce visori VR per insegnare la sicurezza nei cantieri, aumentando la consapevolezza dei rischi.

La scuola edile di Ravenna introduce visori VR per insegnare la sicurezza nei cantieri, aumentando la consapevolezza dei rischi.

L’antenna della televisione non prende, occorre sistemarla. Ordinaria amministrazione per un esperto che lo fa ogni giorno. Peccato che l’esperto non sia davvero un esperto: sono io, con gli stivali antinfortunistica ai piedi e il caschetto in testa, che guardo giù dalla cima di un terrazzo in cima al tetto, alla parabola che qualche buontempone ha pensato bene di installare su un pezzo di tetto inclinato sotto di me, tra i coppi. E da terra il salto è almeno di 10 metri.

Ovviamente non so aggiustare le antenne, né qualcuno mi ha chiesto davvero di farlo (sarebbe un disastro). In realtà sono al sicuro in un’aula dell’Istituto scuola provinciale Edili - Cpt di Ravenna, con addosso uno dei sei nuovi visori acquistati per far esercitare i ragazzi. O meglio, per far capire loro l’importanza di lavorare sempre in sicurezza. L’esperienza è molto immersiva. Posso girarmi a 360 gradi e guardarmi intorno, muovermi con i cursori da una parte all’altra, afferrare gli oggetti. Seguo pedissequamente le istruzioni di Simone Rabellino, coordinatore della scuola: del resto io di tetti e antenne, reali o virtuali che siano, non so nulla.

La simulazione inizia nell’atrio del palazzo, che sembra il classico edificio sede di uffici di qualche azienda. Sono già vestita di tutto punto, con i guanti, il caschetto, gli stivali e le corde e le imbragature che servono. Spostandomi col cursore mi catapulto nell’ascensore, che sale fino al terrazzo in cima al tetto. Sembra tutto molto realistico: lo spazio spoglio, di servizio, e tutto attorno l’orizzonte piatto di un posto anonimo ma comunissimo. Apro il quadro elettrico, stacco la corrente. E fin qui ci siamo. "Arriva fino al bordo del tetto, mi raccomando: solo fino al bordo" mi dice Rabellino, e io eseguo. Non soffro di vertigini, ma guardo in basso, alla chiave inglese già posizionata sul tetto in pendenza: attorno c’è un cerchio blu che me la indica. Mi chiedo come andare fino a lì. "Selezionala col cursore per spostarti per arrivare fin lì" dice Rabellino, come una voce fuori campo. Eseguo: forse la simulazione funziona così. Forse arriverà dopo il momento di agganciarsi con i moschettoni dell’imbragatura a qualche un supporto - lui sa cosa fare, in fondo. E invece. Scivolo sul tetto di coppi, cerco di afferrare qualcosa ma non ci riesco. Cado giù, la visuale si capovolge più e più volte mentre precipito di sotto. Mi fermo sull’erba, stesa a terra, davanti ho la visuale dell’edificio. E una scritta che dice che ho, ovviamente, fallito la mia missione: perché è molto realistico ma è solo un gioco e potrei riprovare, cadere tante volte fino a imparare.

"Vogliamo simulare la situazione tipica in cui il datore di lavoro ti dice solo ’vai là, fai questo’– spiega Rabellino –. Il senso è: non seguite troppo alla lettera quello che dice il capo". La prova si supera correttamente se prima di calarsi a prendere la chiave inglese ci si aggancia col moschettone alla ringhiera. Ma le istruzioni a metà, ingannevoli, simulano quello che può accadere nella vita vera, quando il gioco non si può far ripartire da capo: "Ciò che abbiamo pensato è che questa sensazione te la ricordi e te la porti dentro per un po’ – dice Andrea De Murtas, coordinatore generale della scuola edile –. La nostra speranza quindi è che il ragazzo che prova questa simulazione capisce ciò che gli può succedere e l’importanza di avere un dispositivo in più, di legarsi bene. Sentirsi penzolare nel vuoto è un’altra cosa rispetto a dirlo e basta".

Non basterà un visore per vincere la battaglia della sicurezza nei cantieri, ma forse è un passo in più per una maggiore consapevolezza dei rischi.