Il sogno di Andrea

Ravenna, 14 settembre 2014 - Non ci sono stati eroi in via Sant’Alberto. Ma due persone, due cittadini pronti di spirito che hanno saputo intervenire nell’immediatezza dello spaventoso incendio, chiudendo la strada alle auto ed evitando conseguenze peggiori. Chi siano lo sappiamo. Lei è Ouidad, ragazza con doppio passaporto, italiano e marocchino, che il sindaco Matteucci ha voluto in giunta tre anni fa. Ha dimostrato un bel sangue freddo. In caso di rimpasto (ma non è assolutamente in vista) si potrebbe affidare a lei la delega alla Municipale? Chissà.

Lui, Andrea, è un disoccupato quarantenne. Si trova in ospedale dopo che una scheggia incandescente gli ha inciso in profondità il muscolo quadricipite della gamba sinistra. Tutti e due si sono schermiti. «Abbiamo fatto il nostro dovere». Un bell’esempio di altruismo e di senso civico. Per tutti. Andrea, dal suo letto in ortopedia, si lascia andare a una confidenza. «Certo, se da questa vicenda dovesse scaturire un’offerta di lavoro per me, sarebbe una gran cosa». Possibile? In un film a lieto fine accadrebbe. La vita però è un’altra cosa.

Ma chissà che nel cuore generoso della nostra città non si nasconda una sorpresa per lui. Poi il piccolo grande uomo di via Sant’Alberto racconta la sua passione: vorrebbe essere uno della Protezione civile. La vocazione ce l’ha nel sangue. E lo ha dimostrato. In passato ha affrontato alcune selezioni, senza riuscire a superarle. Il sogno però rimane. Probabilmente resterà irrealizzabile. Però qualcosa di concreto si può fare. Pochi mesi fa il sindaco Matteucci ha attribuito la cittadinanza onoraria di Ravenna proprio al capo della Protezione civile, il prefetto Gabrielli.

Allora, la buttò lì, non è impossibile fare in modo che almeno per un giorno il sogno di Andrea si avveri: ospitarlo nella sala operativa centrale, a Roma, con il concittadino Gabrielli a fare gli onori di casa, quando si sarà ristabilito. Comunque vada, grazie Andrea, a nome di tutti.