Stipendio più sussidio Muratore percepiva il reddito di cittadinanza

Indagato un 54enne dopo i controlli in un cantiere dell’Ispettorato. L’uomo risultava assunto come archivista, multato il datore di lavoro.

Stipendio più sussidio  Muratore percepiva  il reddito di cittadinanza

Stipendio più sussidio Muratore percepiva il reddito di cittadinanza

Dall’azienda era stato inquadrato come archivista, in realtà faceva il muratore e, per giunta, da alcuni mesi continuava a percepire il reddito di cittadinanza, non avendo comunicato all’Inps la sua assunzione. Per questo la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di un 54enne originario della Sicilia, residente a Lido Adriano all’epoca dei fatti contestati, con l’accusa di avere omesso informazioni dovute ai sensi della legge in materia, e ora rischia una pena da due a sei anni. Il tutto per 2.248 euro di reddito di cittadinanza che avrebbe percepito illecitamente dal primo giugno a fine ottobre del 2021, quando aveva iniziato a lavorare. In precedenza aveva ottenuto il beneficio statale a seguito di istanza all’Inps presentata e accolta nel 2020. Ieri era fissata l’udienza preliminare davanti al Gup Andrea Galanti, che l’ha rinviata aggiornandola a luglio in quanto l’imputato – difeso dell’avvocato Alessandra Giovannini – non ne era a conoscenza poiché, al momento della notifica al suo indirizzo di Lido Adriano, non è stato trovato. E non si esclude possa essere tornato in Sicilia. L’Inps, peraltro, ieri era già pronta per costituirsi parte civile, facoltà che sarà semplicemente rimandata. La norma, in particolare, punisce chi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute. In astratto, anche l’inizio di un lavoro in nero, tale da modificare la situazione reddituale, va comunicato.

Il 54enne era stato identificato nel corso di un controllo in un cantiere edile, operato nel luglio 2021 dall’Ispettorato territoriale del lavoro unitamente ai collego del Nucleo ispettivo carabinieri. In quella circostanza, erano stati trovati due manovali che risultavano alle dipendenze di un’impresa edile da poco costituita e con sede a Modena. Riferendo di avere percepito uno stipendio di 1400 euro, di cui 200 in contati e il resto con assegno, gli era stata applicata una tipologia contrattuale atipica, come collaboratore continuativo con qualifica di impiegato d’archivio, quando in realtà era adibito a mansioni da operaio edile, otto ore al giorno dal lunedì al venerdì. Questo è costato al datore di lavoro una multa di 6000 euro.

Attraverso i successivi accertamenti in banca dati, è poi emerso che l’archivista-muratore, assunto da giugno di quell’anno, percepiva il reddito di cittadinanza e, a fronte di un controllo scattato a luglio, ha continuato a riceve il sussidio fino al 31 ottobre di quello stesso anno, quindi per cinque mesi oltre la data di assunzione, forse in ragione dei tempi necessari per evadere la pratica di decadenza del beneficio. Ad ogni modo la Procura, col Pm Stefano Stargiotti, gli contesta di avere omesso di comunicare le informazioni dovute relative alle variazioni dei requisiti.

l. p.