"Tornado, ci serve aiuto per rimuovere i detriti"

L’imprenditore alfonsinese Roberto Zanzi: "Subìti danni superiori a due milioni. Qui a parte il sindaco non si è visto nessuno. Tanti rifiuti e lamiere da spostare".

"Da quel pomeriggio che oserei definire allucinante è trascorsa una settimana, ma se si esclude qualche breve visita di circostanza, non si è visto ancora nessuno. E pensare che poco più di due mesi fa, durante l’alluvione, noi agricoltori ci siamo fatti in quattro mettendo a disposizione mezzi e attrezzature, pompando acqua giorno e notte. Ora che siamo noi ad avere bisogno, non si vede un’anima viva. È una vergogna. Siamo stati abbandonati a noi stessi".

Non usa mezzi termini Roberto Zanzi contitolare della ‘Zanzi Giovanni, Roberto e Massimo’, azienda agricola (una quindicina i dipendenti) situata in via Torretta alle porte di Alfonsine nei pressi di Taglio Corelli. "Una settimana fa – racconta – quelle paurose raffiche di vento hanno messo in ginocchio pure noi, scoperchiando sei capannoni e tre case di nostra proprietà. È un mezzo miracolo che non siano registrati feriti o peggio ancora dei morti. Senza poi dimenticare i dieci ettari di vigneti ‘stesi’ dal vento. Come poi se non bastasse, ci è messa di mezzo pure la grandine, distruggendo circa il 90 per cento delle nostre colture. Alla luce di una prima stima la sola mia azienda ha subito danni che, a dir poco, ammontano a circa due milioni di euro, a cui si aggiungono gli 1,5 milioni di danni provocati dall’alluvione dello scorso maggio. Uno scenario che, tra terreni e capannoni dell’azienda, riguarda una superficie di circa 650 ettari".

Zanzi è un fiume in piena: "Da sabato scorso (22 luglio, ndr), se si esclude l’interessamento del Comune che nella persona del sindaco Riccardo Graziani si è recato qui in azienda e nelle aree limitrofe, non si visto praticamente nessuno. O meglio, lunedì, sono passati i carabinieri per accertarsi se coi fossero dei feriti, mentre tre giorni dopo sono arrivati i vigili del fuoco spiegando però che non potevano far nulla perché non c’era niente da ritenersi pericoloso".

Alla luce di questa situazione di stallo Roberto Zanzi lancia un appello: "Occorre rimuovere, in diversi caio con l’ausilio di mezzi speciali, le decine e decine di quintali di materiali ed oggetti volati via e piombati nei campi e a ridosso di strade e abitazioni. Intere aree disseminate di lamiere attorcigliatesi attorno a pali della luce e del telefono, nonché teloni, bins (contenitori impilabili ad uso agricolo, ndr), teloni, pezzi di legno, eternit, cavi, reti antigrandine, plastica e svariati altri oggetti finiti ovunque, con alcuni trattori finiti sotto le macerie. Di pericoli ce ne sono eccome: qui in via Torretta, ad esempio, basta una raffica di vento, non dico come quella pazzesca di sabato, ma anche solo di una certa intensità, per far volare via lamiere ed altro, anche nella vicina statale Adriatica, con tutti i rischi e pericoli che ne conseguono per gli utenti della strada".

Conclude l’imprenditore agricolo: "Giovedì pomeriggio ho più volte telefonato in Prefettura, ma non sono riuscito a parlare con nessuno. Al signor Prefetto avrei voluto chiedere cosa di peggio deve ancora succedere per essere aiutati dallo Stato. Noi italiani andiamo ad aiutare il mondo, ma quando siamo ad avere bisogno, spesso non si vede nessuno. Come tanti miei colleghi e come centinaia di altre persone colpite da questo disastro, cercheremo ci rimboccarci le maniche, ma ‘vedersi’ abbandonati a sè stessi fa davvero troppo male".

Luigi Scardovi