FILIPPO DONATI
Cronaca

Tour per vedere casse di espansione: "Contro le paure degli scettici"

È organizzato per venerdì a Forlì dai comitati alluvionati. "Per smontare la diffusione di false convinzioni"

Wilmer Dalla Vecchia in una foto del giugno 2024 con alcuni membri del comitato alluvionati di Faenza (foto Tedioli)

Wilmer Dalla Vecchia in una foto del giugno 2024 con alcuni membri del comitato alluvionati di Faenza (foto Tedioli)

Un ‘Cassa Tour’ per osservare come è fatta una cassa d’espansione: è quello che il comitato Borgo Alluvionato e gli ‘Alluvionati Arrabbiati e Informati’ organizzano venerdì 13 giugno. Il punto di ritrovo è previsto alle 18.45 nel parcheggio della palestra Lucchesi, in Borgo: "Da lì faremo rotta in direzione delle casse d’espansione che già ora si trovano sul Ronco, nel territorio di Forlì – promette Wilmer Dalla Vecchia, uno dei volti più riconoscibili del comitato che raduna soprattutto residenti e lavoratori di via Cimatti e via Pellico – per mostrare a tutti coloro che sono scettici quanto le casse d’espansione siano opere fondamentali per Faenza e per il corso del Lamone".

Come mai la necessità di questa ‘gita’ d’istruzione? Benché appaia paradossale, in città si contano già i primi contrari alle casse d’espansione. Nell’epoca dei social network anche alle verità più evidenti tocca l’incombenza di farsi strada tra la folla chiedendo permesso, perorando la propria causa non solo all’interno di un laboratorio di geoidraulica, ma sul campo, in prima linea tra il fuoco dei complottismi lanciati come granate stordenti.

"Cercheremo di smontare una per una le paure e le false convinzioni che stanno emergendo". Nell’ordine, il comitato Borgo ci tiene a precisare che Faenza non diventerà una piccola Venezia circondata dalle acque su tutto il lato sud e su parte di quello a nordest: "Alcuni cittadini stanno insorgendo temendo che le casse si rivelino dei bacini popolati dalle zanzare. Spiegheremo loro che le casse d’espansione funzionano proprio perché normalmente sono vuote, dunque pronte ad accogliere le acque piovane in eccesso, e che non hanno ragione di rimanere piene, perché altrimenti si troverebbero a essere inservibili. Si riempiranno in occasione degli eventi estremi, proprio per evitare che quelle quantità d’acqua si riversino sul Borgo come già accaduto per ben tre volte". Una volta terminata l’emergenza, le casse verranno gradualmente svuotate, e quell’acqua farà rotta in direzione dell’Adriatico e della rete consortile.

"Per il resto dell’anno saranno semplici aree verdi". Per ora la presenza dei ‘no-cassa’ è soprattutto sussurrata, nella speranza che il fenomeno rimanga marginale, e non ‘esondi’ in plateali prese di posizione. "Ricordiamo che Lamone e Marzeno sono solo due dei ventitré fiumi tracimati nel 2023 – sottolinea Dalla Vecchia – e che commissario e Regione hanno scelto di mettere Faenza in cima alla lista, decisione per cui li ringraziamo. Ma la fila alle nostre spalle è lunga". Il messaggio insomma è chiaro: il Lamone comincia ad accarezzare la tanto sognata condizione di messa in sicurezza, non sarebbe logico alzare barricate proprio ora, perché altri territori potrebbero mostrarsi più bendisposti.

Al fianco dei ‘no-cassa’ duri e puri ci sarebbe poi la sfumatura di chi non è contrario a prescindere alle opere, ma le preferirebbe lontane dal proprio quartiere. "Un atteggiamento ancora più difficile da comprendere – ammette Dalla Vecchia –. Chi come me abita in Borgo chiede da due anni un sistema proprio a protezione del nostro quartiere, richiesta legittimamente condivisa anche da altre porzioni della città; davvero non capisco come si possa sperare che la cassa d’espansione abbia sede altrove rispetto a dove è più necessaria. Inoltre il sistema messo a punto in questi mesi copre una fascia di territorio che va dal cimitero del Commonwealth fin quasi all’Orto Bertoni: è praticamente l’intera metà di città a sud della via Emilia, a Faenza non esisterà un quartiere più o meno sguarnito dalle protezioni idrauliche che si stanno progettando". Per informazioni: 333/6360452.

Filippo Donati