REDAZIONE RAVENNA

Un ottobre da dimenticare. Calo degli italiani (-17%), gli stranieri non bastano

Arrivati 15mila turisti nostrani e 10mila dall’estero: ventimila di loro hanno scelto di pernottare qui, in cinquemila nelle strutture ricettive della costa .

Arrivati 15mila turisti nostrani e 10mila dall’estero: ventimila di loro hanno scelto di pernottare qui, in cinquemila nelle strutture ricettive della costa .

Arrivati 15mila turisti nostrani e 10mila dall’estero: ventimila di loro hanno scelto di pernottare qui, in cinquemila nelle strutture ricettive della costa .

È un ottobre bocciato sotto il punto di vista turistico quello registrato a Ravenna e in provincia quest’anno. Complice forse la allora recentissima alluvione del 18 settembre, il decimo mese dell’anno ha fatto registrato un segno meno degli arrivi nella misura del 17% rispetto allo stesso periodo del 2023, penalizzato proprio dal minor numero di italiani arrivati a Ravenna, crollato del 22%: sono stati appena 15mila, affiancati da circa 10mila stranieri. Ventimila di loro hanno scelto di pernottare nella città di Ravenna, mentre cinquemila irriducibili amanti delle spiagge hanno optato per gli hotel e le strutture ricettive della costa, nonostante il clima non sempre favorevole, concedendosi 26mila pernottamenti, il che si traduce in una vacanza di cinque giorni. Quasi il triplo di quanto avviene in città, dove invece i pernottamenti sono stati 43mila, l’equivalente dunque di due notti per ciascun arrivo.

Il medesimo crollo verticale si nota a Cervia, dove è arrivato il 28% dei turisti in meno: anche qui ad aver penalizzato di più la ‘capitale dell’estate’ sono stati gli italiani. In controtendenza i numeri per la città di Faenza, che ha visto i suoi visitatori crescere del 10%: nel suo caso, tuttavia, essendo la città manfreda l’epicentro delle alluvioni del 2023, quest’ultima annata contò numeri molto flebili sul fronte degli arrivi di visitatori (non a caso la flessione del 2024 rispetto al 2019 è comunque stimata intorno al 16%). La stessa osservazione può essere fatta anche per quanto riguarda Riolo Terme e Brisighella: il segno più che entrambi i borghi appenninici fanno registrare rispetto al 2023 su base annua – più 20% a Riolo, più 7,8% a Brisighella, probabilmente dovuto anche al riconoscimenti della Vena del Gesso quale Patrimonio dell’Umanità Unesco – non trova infatti un corrispettivo nei numeri di ottobre, in robusto calo pure sui colli. Più in generale, quello che gli operatori turistici si domandano è se ottobre in futuro riuscirà a consolidarsi come una sorta di ‘appendice’ estiva rispetto al mese di settembre, o se invece questo accadrà saltuariamente, senza dunque una reale possibilità di attuare una programmazione.

Fare previsioni di questo tipo è estremamente complesso, ma gli esperti radunati alla fiera internazionale del turismo Ttg, interpellati dal Carlino, hanno azzardato mesi fa un "sì": in particolare maggio e ottobre diventeranno sempre più templi della balneazione. Ma una stagione turistica più lunga non significa necessariamente un numero maggiore di presenze: gli advisor su questo aspetto sono stati cauti, in quanto in futuro la primavera e l’inizio dell’autunno tenderanno ad attrarre soprattutto quei turisti ‘respinti’ dalle temperature sempre più torride dei mesi di luglio e agosto.

Filippo Donati