Va sotto casa della ex e con un furgone sperona l’auto: arrestato

Un ultracinquantenne ravennate è finito nei guai per aver violato l'obbligo di stare lontano dalla moglie e per danneggiamenti. Dopo un primo arresto per stalking, è stato posto ai domiciliari in attesa del processo.

Va sotto casa della ex e con un furgone sperona l’auto: arrestato

Va sotto casa della ex e con un furgone sperona l’auto: arrestato

I carabinieri non solo lo hanno trovato sotto casa della moglie da cui si sta separando e dalla quale avrebbe dovuto starsene alla larga. Ma con un furgone aveva appena speronato l’auto della donna parcheggiata in strada. E così venerdì scorso il protagonista della vicenda - un ultracinquantenne ravennate - è finito nei guai sia per avere violato un obbligo imposto dal giudice che per danneggiamenti. Un arresto (pm Marilù Gattelli) che in fondo il diretto interessato probabilmente si aspettava, visto che poco prima di andare incontro al suo destino giudiziario aveva avvisato delle sue intenzioni con un messaggio ad hoc. Che è quello che più o meno era accaduto anche a gennaio in occasione del primo arresto e del conseguente obbligo a restare distante almeno 250 metri dalle consorte.

I due, dopo tanti anni trascorsi assieme tra alti e bassi, erano forse giunti al capolinea sentimentale, come del resto accade a tante coppie. L’uomo però, che a causa di un problema personale a un certo punto aveva smesso di lavorare, aveva iniziato a chiedere soldi alla donna. Inoltre la situazione aveva finito con l’alimentare un tangibile gelosia che - come lui stesso avrebbe poi ammesso -, oltre a numerose chiamate per sapere dove si trovasse, lo aveva spinto pure a installare un dispositivo sulla vettura di lei per monitorarne gli spostamenti. Di fatto l’8 gennaio la moglie lo aveva denunciato per stalking. Il giorno dopo lui si era fatto sotto per chiederle altri soldi, circa un centinaio di euro. La donna però aveva tenuto il punto: niente da fare; e allora lui in buona sostanza le aveva riferito che se non glieli avesse prestati, sarebbe andato fin sul suo posto di lavoro per danneggiarle l’auto. Era arrivato praticamente in contemporanea con la polizia che lo aveva arrestato in flagranza di reato (il fascicolo aperto per stalking è ancora pendente). In sede di convalida, l’uomo - difeso dall’avvocato Giorgia Toschi - oltre a lamentare quelle che a suo avviso sarebbero state relazioni extraconiugali di lei, aveva riferito che la gestione dei conti era stata solo appannaggio della consorte: da qui la richiesta di danaro. Il giudice in quella occasione lo aveva liberato imponendogli appunto il divieto di avvicinarsi alla ormai ex (la separazione civile è in corso).

Il resto di questa storia lo conosciamo. Sabato, dopo la convalida dell’arresto davanti al giudice Cosimo Pedullà e al vpo Katia Ravaioli, è scattata per lui la custodia cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico (la procura aveva chiesto il carcere) in attesa del processo fissato per metà giugno.