REDAZIONE RAVENNA

Via Lapi, l’edicola distrutta "Ora voglio riaprire"

Luca Alvisi ha lanciato una raccolta fondi: "Danni enormi, non si è salvato nulla"

Via Lapi, l’edicola distrutta "Ora voglio riaprire"

C’era una volta una piccola edicola in via Lapi a Faenza. Era l’attività di Luca Alvisi. Un esercizio di vicinato, un punto di riferimento in cui le persone del quartiere si recavano per acquistare il giornale, ma anche capsule per il caffè, per spedire pacchi, pagare bollettini o anche solo per un saluto. L’edicola era sempre ben fornita perchè Alvisi ne aveva riempito ogni angolo. L’aveva rilevata nel 2009, quando a 24 anni l’azienda per cui lavorava lo aveva messo in cassa integrazione. In quell’anno decise insieme alla fidanzata di acquistare l’edicola in cui andava a comprare le figurine da bambino. E dopo 4 anni di attesa, in cui nel frattempo si è sposato ed è diventato padre, era riuscito a ottenere i permessi per ammodernare il chiosco. Così, nel 2020, dopo aver investito oltre 100mila euro, aveva inaugurato la nuova attività, riqualificata e sufficientemente al passo coi tempi. Il sogno però si è trasformato in un incubo lo scorso maggio. Alle 13 di mercoledì 16 l’edicolante ha abbassato la saracinesca senza letteralmente poterla più riaprire. C’era l’allerta rossa, la pioggia continuava a non dare tregua e solo due settimane prima in via Lapi l’acqua aveva allagat lao strada e le cantine. In quel caso il piccolo esercizio si era salvato, per qualche decina di metri. Non è andata nello stesso modo quella notte terribile. In seguito alla rottura dell’argine del Lamone infatti, l’edicola è stata completamente sommersa dalla violenta fiumana. "Quando sono riuscito ad arrivare al chiosco nei giorni successivi - racconta Alvisi -, era tutta sottosopra. C’era anche il controsoffitto piegato e le riviste e i giocattoli erano attaccati al soffitto dalla melma. Abbiamo dovuto tirare giù tutto e buttare via ogni cosa. Non si è salvato nulla, nè la merce nè la struttura".

Un danno pesantissimo. E la fonte di reddito dell’esercente venuta meno. Determinato a riaprire però, Luca Alvisi ha lanciato una raccolta fondi, come tante ne sono state organizzate a Faenza da numerose attività, sulla piattaforma Gofundme e sul servizio di pagamento elettronico Satispay. "Finora abbiamo raccolto 4000 euro, che sono un po’ pochi per pensare di riaprire, ma non mi arrendo - conclude -, voglio ricreare un punto di convivialità in questo quartiere distrutto, dove potersi fermare a scambiare un sorriso o quattro chiacchiere come era prima di questo indelebile 16 maggio. Voglio un po’ di normalità per me e per il mio quartiere".

d.v.