CARLO
Cronaca

Viaggio fra le antiche mura. Un passato soffocato dall’incuria

In città ne sono rimasti alcuni tratti. Fino agli anni Ottanta in via Mura di Porta Serrata il sentiero sul terrapieno è stato percorribile fino a via Traversari, poi fu chiuso. Ben visibili i resti di Porta Gaza.

Viaggio fra le antiche mura. Un passato soffocato dall’incuria

Viaggio fra le antiche mura. Un passato soffocato dall’incuria

Raggi

All’imbocco di via Port’Aurea, su entrambi i lati, quasi a ridosso del carcere, ormai seppelliti da terra ed erba, ci sono due basamenti circolari che hanno alle spalle la storia gloriosa di Ravenna del primo secolo dell’era moderna: sono i resti delle torri che erano ai lati della sontuosa Porta Aurea fatta costruire dall’imperatore Claudio, vero simbolo della città per quei tempi. Porta e torri furono abbattute nel 1582 per ricavarne materiale da costruzione. Inizia di qui il monitoraggio delle antiche mura che, è da dire subito, meriterebbero maggiore attenzione, per ora concentrata solo nel tratto fra la chiesa del Torrione e piazza Baracca.

Collegati ai due basamenti sono i resti delle ‘mura di Porta Gaza’, come denominate nelle piante di inizio Novecento (che si estendevano dal Lazzaretto, poi santuario di Santa Maria del Torrione a via Mura di Porta Gaza), ben spessi e alti, a seconda del livello di terra, fra i due e i tre metri: complessivamente mezzo chilometro di ruderi, fra via Mura di Porta Gaza e la chiesa del Torrione, in gran parte ricoperte di rampicanti e piante disgreganti che si sviluppano sia fra le pietre sia nel terrapieno che fiancheggia i manufatti. Quel terrapieno per tutto il Novecento è stato un passaggio pedonale: lì, nel tratto antistante l’ex caserma militare, il 27 settembre 1943, all’indomani dell’occupazione tedesca, un bambino di 8 anni, Walter Ruffato, fu ucciso a colpi di fucile, da un militare nazista. Da oltre un decennio quel camminamento, su entrambi i lati, è sbarrato. Da una parte fino a via Cura, dall’altra fino a oltre il torrione adiacente al monumento ai trucidati dai fascisti al ponte degli Allocchi. Muri disgregati dalla vegetazione e anche il torrione da mezzo secolo non conosce interventi e neppure manutenzione. Restaurato, meglio, rifatto, invece è il tratto di mura di un centinaio di metri che costeggia via Porta Gaza. Anche qui il sentiero alla sommità del terrapieno antistante le case, a metà della via è sbarrato.

Da Porta Gaza per ritrovare resti delle mura ravennati occorre arrivare fino a via Zagarelli alle Mura: nulla attorno a porta San Mama, nulla ai lati di Porta Sisi, le mura sono state fagocitate o abbattute per far spazio alle case. Ricompaiono con grande evidenza nel tratto iniziale di via Zagarelli alle Mura, dove v’è traccia anche di un torrione, e si snodano fino a due passi da via Pascoli. Un viottolo suggestivo, addirittura con fondo sterrato, che scorre a lato delle antiche mura (ricoperte a tratti di erbe e anche arbusti invadenti) dove sono in corso lavori di ristrutturazioni di abitazioni. Da via Pascoli di nuovo le mura scompaiono, sostituite nel tempo con le case che fronteggiano la lunga parte finale di via Zagarelli alle Mura: riappaiono oltre porta Nuova, oltre via di Roma, fiancheggiate dal parco di via Viale Santi Baldini, dal numero civico 13 in poi, anche qui con lunghi tratti devastati dalla vegetazione, altri ‘inclusi’ nelle aree delle costruzioni degli anni Sessanta, interrotte da via Gradisca e da via Trento. E dopo via Trento ecco il tratto ‘tagliato’ nel 1865 per far passare i binari della ferrovia per Rimini. I resti delle mura ricompaiono sull’altro lato fra il giardino Daria Marchetti e il parcheggio di via Circonvallazione piazza d’armi (via Antiche mura). Ruderi bassi, che giungono, in area privata, in vista di via Candiano, restaurati a fine anni 90 quando fu sistemata tutta l’area e che dopo oltre cinque lustri le pietre mostrano disgregazioni e distacchi dovuti alla vegetazione, e danni. Poi il vuoto per mezzo chilometro, fino alla Fortezza. Da qui, in concreto, i resti delle mura ricompaiono oltre porta Cybo (porta Serrata), in via mura di porta Serrata, lungo il tratto che apparteneva all’ex giardino Arcozzi e che da fine anni 90 è adibito a parcheggio. Fino a tutti gli anni Ottanta il sentiero sul terrapieno a fianco delle mura (e confinante dall’altra parte con le vecchie case, un tempo di tolleranza) era percorribile a piedi fino a via Pier Traversari, poi fu chiuso perché luogo di spaccio di droga ed è ancora chiuso e le mura sono aggredite dalla vegetazione.

Le nuove costruzioni in corso di esecuzione hanno peraltro ristretto ampiamente l’antico passaggio (se mai verrà riaperto). I resti proseguono a fianco del giardino Giannantonio Bucci, anche qui privi di elementare manutenzione e così è la vegetazione a farla da padrona; arrivano, fiancheggiando la caserma della Finanza, al piazzale-parcheggio Giustiniano dove si presentano cadenti, ricoperte di rampicanti, affamate di consolidamenti e restauri per impedirne il dissolvimento: per buona parte l’area adiacente alle mura è transennata e in degrado: non è proprio un bel biglietto da visita per i turisti che dal parcheggio si avviano per la visita alla città. Tracce ancora sono in via Mura di San Vitale da dove si collegavano a porta Adriana, per raggiungere poi il Lazzaretto ovvero la chiesa di Santa Maria del Torrione e che oggi, per un centinaio di metri, fiancheggiano il parcheggio Callegari. Un collegamento pedonale oggetto di prossimi (e unici) interventi di ristrutturazione e sicurezza. Ma è bene non dimenticare il resto!