
Si è spento a 76 anni lo storico presidente del Basket Manetti. Veneziano di nascita, ravegnano di cuore, ha portato la pallacanestro locale ai vertici. Finto burbero, era un vero esperto.
Negli ultimi trent’anni è stato l’ispiratore, il punto di riferimento della pallacanestro ravegnana. E dire che lui - Roberto Vianello, scomparso ieri a 76 anni dopo lunga malattia – era veneziano purosangue e tifosissimo della Reyer, di cui aveva seguito le vicende e le vittorie nella storica palestra della Misericordia, iconica tana dei quintetti lagunari. Presidentissimo del Basket Piero Manetti Ravenna, che ha portato in cima dell’A2 nell’anno ‘sventurato’ del covid, non prima di aver esultato su una serie di promozioni, Vianello – apprezzato ed affermato broker assicurativo specie in campo portuale – lascia la consorte Marina , le figlie Natalia ed Alessandra nonché il fratello Luca che gli è stato collaboratore sportivo per lunghi anni. Gli sportivi potranno rendergli omaggio e salutarlo da oggi alle 11 nella camera mortuaria dell’ospedale; i funerali si terranno giovedì prossimo alle 15 nella basilica di S.Maria in Porto.
Dal suo ufficio sono passati centinaia di giocatori, alcuni dei quali hanno lasciato un’impronta anche in campo nazionale, allenatori mai dimenticati dagli appassionati della palla a spicchi: Pillastrini, Giovannetti, Settanni, Marisi, Giordani, Ceccarelli, Ciocca, Mazzon, Cancellieri, Martino, Lotesoriere; fra i dirigenti, Bottaro – ovviamente – e Montini, Trovato (attuale consigliere federale). Proprietario e socio unico del Basket Manetti, Vianello non è mai intervenuto su questioni tecniche, specie in tempi di basket- mercato: l’importante era che si valorizzassero i giovani e che i conti tornassero. Un vero punto di riferimento, non solo per gli ambienti cestistici, in cui la sua visione societaria e dirigenziale si innescava alla perfezione con investimenti avveduti e con una volontà ai limiti della testardaggine. Nei rapporti personali appariva burbero ma non mancava di dare consigli personali oltre che prettamente gestionali-sportivi.
Un dirigente, un personaggio di cui seguire la traccia e di cui purtroppo si sentirà la mancanza. Nel 2013 il Panathlon Club Ravenna gli assegnò il premio Cavalieri come ‘dirigente dell’anno’. ‘Innanzitutto divertiamoci’ era il suo motto, che campeggia su uno striscione al PalaCosta.
Lo ricorda così il suo club in un comunicato in cui sottolinea: "Credeva fermamente nella crescita del basket a livello locale e si è sempre impegnato con l’ambiente di creare un ambiente sano, riuscendo a trasmettere i propri valori sportivi a tutti quelli che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui". Nell’esprimere il cordoglio della città, il sindaco facente funzione Fabio Sbaraglia ricorda di Vianello "la generosità e la passione con cui ha saputo ricostruire e radicare in città una cultura cestistica, diventata patrimonio inestimabile di tutta la comunità. E’ riuscito ad attrarre al palasport tantissime persone e tantissime famiglie, alimentando una passione che ha sempre avuto come punti fermi i valori più alti della sportività e del rispetto". Anche il prsesidente della Regione Michele de pascale ha ricordato Vianello: "Uomo di sport e una figura di riferimento per la comunità. Negli anni della sua presidenza, il Ravenna Basket ha raggiunto traguardi importanti, ma il suo più grande lascito è la passione per la pallacanestro che ha saputo trasmettere a tanti giovani e tante famiglie, sempre con uno spirito improntato ai più alti valori dello sport e del rispetto".