
L’azione penale è improcedibile per la mancanza di legittimazione del comandante dei vigili urbani a proporre querela. È quanto stabilito ieri mattina dal giudice Cristiano Coiro in relazione ai sei cittadini – tutti residenti a Massa Lombarda – imputati di diffamazione in ragione dei commenti pubblicati a suo tempo sul gruppo Facebook chiuso ‘Sei di Massa Lombarda se...’ (uno tra i tanti omonimi) con cui, per l’accusa, avevano offeso la reputazione della polizia locale della Bassa Romagna per una multa fatta a Lugo a una donna. Agli atti – come tra le altre cose rilevato dagli avvocati difensori Guido Pirazzoli, Alessandro Docimo, Emilio Mariotti e Alessandra Nannini – non risultavano deleghe alla querela arrivate dal sindaco o dall’assessore comunale alla Sicurezza: ragione che ha spinto il giudice a pronunciare sentenza di non doversi procedere. Le motivazioni della decisione, verranno depositate entro 45 giorni.
La querelle si era innescata il 18 giugno 2018 quando un 64enne massese aveva pubblicato questo post: "Ma secondo voi... Un vigile urbano dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna che fa la multa a una signora disabile che fatica a camminare con tanto di invalidità totale (tumore alle ossa) perché si appoggia alla bicicletta sotto al Pavaglione di Lugo, come lo giudicate? Un bravo vigile pagato dalla comunità o (...)? Non ci posso credere...". Erano seguiti altri commenti non certo teneri nei confronti degli agenti, del tipo "i vigili sono il nemico pubblico numero uno, per loro scelta, mentre i carramba sono buoni e pazienti e affettuosi...". O ancora: "Ci dovrebbe essere un regolamento che vieta (...) di esercitare certe professioni". Un altro parlava di "istigazione a delinquere" specificando che "sul verbale della multa c’è il nome del vigile". Erano seguite minacce neppure troppo velate, cui si erano aggiunti altri insulti al vigile in questione. Altri commenti ancora, questa volta più moderati, erano in seguito confluiti nel medesimo fascicolo. L’autore del post iniziale, aveva poi fatto sapere di avere accompagnato "la signora al comando: parlando con l’agente allo sportello, le ho chiesto se guardandola la avrebbe multata e che pretendo delle scuse". Tutti i commenti erano infine spariti così come il gruppo Facebook. Intanto però i sospettati erano stati ascoltati dai carabinieri su delega del pm Antonio Vincenzo Bartolozzi titolare del fascicolo. La vicenda tuttavia, per le ragioni che ora conosciamo, dal punto di vista penale non verrà mai vagliata nel merito.