
Un infermiere, un autista e un volontario delle ambulanze sono stati aggrediti mentre portavano soccorso a un anziano
Scandiano (Reggio Emilia), 8 gennaio 2025 – L’ennesimo episodio di violenza ai danni del personale medico sanitario. Tre soccorritori della pubblica assistenza sono stati aggrediti ieri pomeriggio a Scandiano.
Stando a quanto emerge, il 118 è stato allertato dai carabinieri per una lite in famiglia dove era rimasto ferito un anziano.
Ma durante il servizio, una donna con problemi psichiatrici si sarebbe scagliata contro un infermiere dell’Ausl di Reggio, un volontario della Croce Rossa e un volontario di Emilia Ambulanze. Solidarietà ai soccorritori ferita è arrivata dall’assessore regionale alla sanità, Massimo Fabi, tramite una nota.
La Regione: al vostro fianco
"L’aggressione è l’ennesimo episodio di violenza verso chi ogni giorno si occupa della nostra salute, una situazione paradossale che non possiamo tollerare oltre. Vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà al personale sanitario dell’Ausl di Reggio e della Croce Rossa Italiana e al volontario di Emilia Ambulanze. Ma non basta. Siamo al loro fianco, così come siamo al fianco di chi lavora per il Servizio sanitario regionale. La Regione c’è, il nostro impegno sarà fermo per garantire le necessarie condizioni di sicurezza a chi opera per la collettività, invitiamo tutto ad una riflessione seria e necessaria”.
Il Comune: “Un danno all’intera comunità”
A condannare il gesto e altresì ad esprimere solidarietà ai soccorritori anche l’Amministrazione comunale di Scandiano. "Desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà a queste persone, che con dedizione e professionalità operano quotidianamente per garantire la salute e il benessere della collettività. Aggredire chi si prende cura di noi, in particolare chi lavora nell’emergenza-urgenza, rappresenta non solo un atto gravissimo, ma un danno all’intera comunità. Non dimentichiamo che solo pochi anni fa questi professionisti erano chiamati “gli angeli del Covid”. È ora nostro dovere tutelare il loro operato, garantendo condizioni di sicurezza adeguate e promuovendo una riflessione profonda sull’importanza del loro ruolo. Ribadiamo il nostro impegno, in collaborazione con le autorità competenti, affinché episodi di questo tipo non si ripetano e vengano intraprese tutte le misure necessarie per proteggere chi opera nel nostro sistema sanitario e nelle associazioni di volontariato”.
Un’emergenza in aumento
"Nel 2024 le violenze fisiche e psicologiche, in Italia, contro medici e infermieri e altri professionisti sanitari, sono aumentate del 33%. In Europa l'aumento è stato del 32%, nel mondo il picco è stato del 39%, in particolar modo nei paesi economicamente più deboli, dove non esiste un sistema sanitario adeguatamente organizzato, e ancor di più nei luoghi dei conflitti di guerra". Lo sottolinea Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), Umem (Unione Medica Euromediterranea) e Movimento Internazionale Uniti per Unire.
Legge più severa
A novembre scorso la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge con le misure per contrastare la violenza sui professionisti sanitari. Le nuove misure prevedono l'arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l'arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari e per il reato di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria.
“Siamo dei pungiball”
"Siamo praticamente diventati dei pungiball", capri espiatori per disagi che "non dipendono da noi ma da difficoltà nell'accesso alle cure che i pazienti oggi percepiscono fortemente in tutti i settori dell'assistenza. Questa situazione è francamente inaccettabile. Se si continua così nessuno curerà più", avvisa Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed.