Bimba morta in slittino, il gestore dell'impianto. "Il simbolo del divieto c’è"

La versione del gestore del comprensorio indagato per la tragedia di Emily

Emily Formisano e il cartello con il divieto solo in tedesco

Emily Formisano e il cartello con il divieto solo in tedesco

Reggio Emilia, 7 gennaio 2019 - Un giglio bianco, oggi, sul banco della piccola Emily Formisano. La bambina reggiana, 8 anni, è morta durante una discesa in slittino venerdì al Corno del Renon. La mamma, Renata Dyakowska, 38 anni, è sempre ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Bolzano.

La donna è indagata per la morte della figlia, la piccola Emily, con la quale ha imboccato per errore una pista nera. Indagato è anche Siegfried Wolfsgruber, presidente della società funivie Corno del Reno: «Come Società funivie non ci sentiamo colpevoli, è stata una disgrazia, da quella pista non si può scendere in slittino».

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Pista che è stata messa sotto sequestro dopo la tragedia. Nel mirino soprattutto il cartello che indica il divieto di scendere con lo slittino solo in tedesco: «I cartelli presenti sono sufficienti – afferma Wolfsgruber –. Se c’è un cartello solo in tedesco, c’è però anche il simbolo con l’indicazione del divieto».

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Ma se il pericolo viene indicato in tedesco, perchè non farlo anche in italiano? «Perchè anche quella scritta in tedesco è totalmente superflua, non ha senso. Sullo stesso cartello, poche righe sopra, c’è l’indicazione della pista per slittino con la freccia rivolta verso la parte opposta. Quella scritta sotto in tedesco è da eliminare. La signora purtroppo non ha letto né l’una, né l’altra indicazione. C’è il primo cartello che dà la descrizione della pista, dice che è una pista nera, da sci, questo è l’essenziale. Già da questo si sa che lì non si entra, è una pista da sci e basta, e su una pista da sci non si va con lo slittino».

Cartello da correggere, magari per maggiore prudenza? «E’ chiaro che una tragedia del genere faccia ripensare tutti. Però i cartelli ci sono. Il problema si pone se la gente non rispetta i cartelli, se non li guarda. Mi dispiace che una persona sia stata colpita perchè non si è resa conto del pericolo».

Oggi riaprono le scuole e il banco di Emily, nella scuola Cà Bianca di Reggio, resterà vuoto. «La difficoltà sarà dare delle risposte ai genitori, più ancora che ai bambini – spiega il dirigente scolastico Bruno Scacchetti –. Anche per questo oggi anch’io sarò in classe. Perché sono gli adulti che si interrogano, senza darsi pace, sul senso della vita e della morte. D’altronde come si fa a dare un senso razionale a qualcosa del genere. Ho letto della polemica dei cartelli. Ma se anche fosse così, la realtà è che oggi Emily non c’è più. Mentre ieri c’era».

Molto diversa, secondo Scacchetti, sarà la reazione dei piccoli scolari: «I bambini, anche semmai con due lacrimucce che non ci devono fare paura, si aggrappano all’idea di avere un angelo amico in cielo. E questo li rende più tranquilli». La scuola ha deciso di attivare un protocollo che prevede anche l’intervento di uno psicologo.