ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Reggio Emilia, scappano da casa in bici a 10 anni: “Ci picchiano sempre”

Un passante ha fermato i due bimbi di sera mentre pedalavano nel traffico della via Emilia. Ha offerto una pizza e li ha consegnati ai carabinieri. I loro racconti sono stati giudicati presumibilmente veritieri: indagati i genitori

Due bimbi di 10 anni sono scappati di casa: "Ci picchiano"

Reggio Emilia, 19 luglio 2023 – “Siamo andati via dalle nostre case perché abbiamo paura che i nostri genitori ci trovino e ci picchino di nuovo, come sono soliti fare”. È il racconto che un uomo ha ascoltato da due bambini che, nel pomeriggio del 27 aprile, si erano allontanati dalle loro abitazioni a Reggio: i carabinieri avevano diramato una nota di ricerca e poi, alle 21.15, una pattuglia è accorsa in un locale di Rubiera, dove il cittadino, un 58enne, aveva portato i due minori, per poi allertare il 112.

L’uomo aveva notato poco prima, verso le 20.30, mentre passava con la moglie lungo la via Emilia, superata la rotatoria di Marzaglia, la sagoma dei due bambini su una bici, che procedevano verso Modena. Visto il traffico intenso e l’assenza di catarifrangenti, l’uomo ha deciso di superarli e di aspettarli: ha chiesto dove stessero andando, ma i bambini hanno continuato a pedalare sulla via Emilia. L’uomo li ha seguiti per proteggerli dalle auto, finché non hanno deciso di fermarsi e di spiegare il presunto motivo della loro fuga, dicendo di non ricordare né il numero di telefono dei genitori né l’indirizzo di casa.

Poi il 58enne ha chiesto se avessero fame e al loro sì li ha portati in una pizzeria di Rubiera, in attesa dei carabinieri. I bambini, uno 10 anni (ne compirà 11) nato da genitori italiani e l’altro 10 anni, nato a Reggio da genitori albanesi, sono stati identificati, i genitori contattati.

La coppia di cittadini, insieme ai minori, sono stati accompagnati in caserma a Rubiera dove i bambini, spontaneamente, hanno parlato delle condotte che avrebbero subito in casa. Il piccolo di origine albanese ha detto che veniva picchiato dal padre quasi ogni giorno, con calci e pugni, che anche la madre subiva violenza fisica dal marito e che quando lui veniva aggredito la mamma non si opponeva ma si limitava a piangere. E che il papà gli aveva imposto di non dire nulla a scuola o altrove, poiché era "un segreto di famiglia" e che se lo avesse detto, sarebbe stato picchiato.

Anche l’altro bambino ha detto che veniva preso a botte e rimproverato in modo aggressivo dalla madre. La Procura dei minori, e quella reggiana, si sono attivate, così come il Pronto intervento sociale, il cui operatore dopo un colloquio ha ritenuto presumibilmente veritieri i racconti dei bambini e ha chiesto ai genitori la disponibilità a collocarli temporaneamente in comunità. Il padre del bambino nato da italiani ha riferito che la sua famiglia era già seguita dai servizi sociali, perché il figlio ha problemi emotivi.

I genitori albanesi sono entrambi indagati per maltrattamenti sul figlio, collocato in luogo protetto. Nell’ambito di un incidente probatorio, ieri il gip D ario De Luca ha nominato la psicologa Delfina Scicchitano, perché faccia una relazione sul bambino, che sarà sentito in forma protetta in ottobre. La difesa dei genitori ha incaricato la psicologa Rita Rossi, Da quanto trapela, è aperto un fascicolo d’indagine anche sulla famiglia dell’altro bambino.