
"E’ stato solo un processo politico". Chissà quante volte ha sognato di poterlo dire. Ora Fabio Filippi, ingegnere 65enne, ex consigliere regionale di Forza Italia, si può togliere la soddisfazione. La notizia l’ha raggiunto durante una vacanza in Marocco: condanna annullata dalla Cassazione e rinvio alla Corte d’Appello, dove non ci sarà tempo per un nuovo verdetto. Amen. Le ’spese pazze’ contestate tra il 2010 e il 2011 all’allora consigliere di minoranza, anno dopo anno sono evaporate al sole, al pari degli importi in ballo: i 145mila euro di rimborsi si sono ridotti alla fine a circa 16mila. Nel 2017 Filippi fu condannato per peculato a un 1 anno e 8 mesi (pena sospesa); nel 2021, in Appello, assolto per venti voci di spesa, con condanna (sospesa) ridotta a un anno e 5 mesi. L’altro ieri, condanna annullata e (di fatto) prescrizione.
Filippi, condanna annullata. Ma ci sono voluti circa dieci anni.
"E’ stato un processo politico. Tutte accuse finte. Ed un purgatorio lungo".
Era stato accusato di peculato per via dei rimborsi per viaggi, ristoranti, hotel e consulenze.
"Accuse assurde. Potevamo farlo, erano spese autorizzate persino dalla Corte dei Conti".
Rifarebbe quelle scelte?
"Certo. Assolutamente sì. Erano spese lecite. Ho agito nel giusto, nella piena trasparenza, alla luce del sole. Guardi, io sono stato un bravo consigliere regionale, la gente mi ha voluto bene e mi rivoterebbe ancora".
Perché parla di processo politico?
"Il peculato è appropriazione di denaro. Ma il denaro non ce l’avevo io, ce l’aveva il Pd. Era il Pd che aveva la carta di credito. Ma quelli lì sono sempre stati assolti. Io invece ho sempre speso dei soldi miei e ho subito delle condanne".
Dice che la gente la rivoterebbe. Pensa di tornare in politica?
"Ma no, ma secondo lei...Io sono un ingegnere e mi sono sempre divertito a fare il mio lavoro. Alla politica ho già dato".
Il suo avvocato, Liborio Cataliotti, dice che alla prescrizione avrebbe preferito un’assoluzione nel merito.
"Naturale. Ma io sono sempre stato tranquillissimo con la mia coscienza. Io mi considero assolto".
a.fio.