
Marco Eletti tra i suoi avvocati, Luigi Scarcella e Domenico Noris Bucchi
"A voi sembrerà strano, ma sono contento di non essere diventato ‘definitivo’, perchè ciò avrebbe comportato essere trasferito nella sezione reclusione, cambiare compagno e probabilmente avrei perso il lavoro in biblioteca. Per me gli equilibri che ho raggiunto in carcere sono fondamentali per cercare di andare avanti".
Sono le parole che il 36enne Marco Eletti, a processo per l’omicidio di colui che lo allevò e per il tentato omicidio della madre, ha affidato ai suoi avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, che sono andati a trovarlo ieri nel carcere di Reggio all’indomani della sentenza della Cassazione.
Accogliendo le richieste della difesa, gli Ermellini hanno annullato martedì sera il verdetto di secondo grado e rinviato in Appello per un nuovo processo, dove si dibatterà sulla sussistenza o meno dell’aggravante della premeditazione.
Eletti si rese responsabile di un doppio gesto sanguinario verso i suoi familiari, che lui confessò nel processo di primo grado. A San Martino, il 24 aprile 2021, il giovane stordì la madre Sabrina Guidetti con bignè riempiti di benzodiazepine, mandandola in coma. E uccise a martellate Paolo Eletti, il 58enne che lo allevò e di cui portava il cognome, ma che, come emerso da un’indagine difensiva, non era suo padre biologico (per lui cadde l’aggravante di aver colpito un ascendente). Per entrambe le accuse – l’omicidio del 58enne e quello tentato della mamma – furono formulate le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. Eletti era stato condannato sia in primo grado sia in Appello a 24 anni e 2 mesi. I giudici reggiani avevano fatto cadere l’aggravante dei futili motivi (ritenendo che non fosse stata individuata con precisione una causa scatenante), ma avevano riconosciuto la premeditazione, confermata poi anche dal tribunale di Bologna. La Cassazione ha invece disposto un nuovo processo dopo le argomentazioni portate dalla difesa, secondo cui la grave aggressione verso la madre fu pianificata, ma la morte del padre fu invece conseguenza di un gesto d’impeto.
"Nel carcere della Pulce ho trovato un equilibrio", ha detto Eletti: parole che confermano quanto già anticipato in agosto dal Carlino, ovvero che il 36enne è impiegato nella biblioteca e, grazie alla sua abilità con la scrittura, aiuta gli altri detenuti a scrivere istanze; e risultava partecipare anche alle attività di teatro tenute dai volontari.
Alessandra Codeluppi