È Antonio Astio e non Vito Gaetano Muto – come riportato erroneamente ieri sul nostro giornale, ce ne scusiamo coi diretti interessati e con i lettori – il 56enne originario di Cutro ma da tempo residente a Reggio, arrestato giovedì scorso dalla squadra Mobilie della questura, in esecuzione di un ordine di pena detentiva da scontare in regime di semilibertà, emesso dalla Procura reggiana. Astio è stato infatti condannato in via definitiva, all’esito di più procedimenti penali, per i reati di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, costituzione di finte società e occultamento e distruzione di documenti contabili, tutti commessi a Reggio tra 2013 e 2019. L’uomo era già stato tratto in arresto in passato, sempre per le stesse ipotesi di reato, nell’ambito dell’operazione “Billions”. Già condannato con sentenze divenute definitive, nel 2018 e nel 2023 a una pena di 2 anni e 7 mesi. Una settimana fa il provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e l’ordine di esecuzione di pena in regime di semilibertà, eseguito dalla polizia che lo ha portato in carcere.
CronacaFalse fatture, a finire in carcere è Antonio Astio