A Brescello ha lavorato per anni con la divisa da carabiniere. Ora indosserà anche quella di diacono. Una missione, quella di Stefano Airini, sempre orientata al bene delle persone: dal punto di vista fisico e, ora, anche spirituale. Airini, ex comandante della caserma brescellese, da qualche anno è al nucleo comando di Parma. Ma a Brescello, dove ancora abita, adesso si occuperà anche di attività dell’Unità pastorale che comprende pure Boretto e Gualtieri.
Ieri mattina ha partecipato alla sua prima messa da diacono, nella chiesa di don Camillo. A lui è stata affidata l’omelia, dedicata alla figura di Maria, all’importanza di "donare più che ricevere", fino agli inevitabili ringraziamenti "a tutte quelle persone che mi hanno accompagnato in questo percorso". A partire dalla moglie Monica e dalla madre Carla, emozionate in prima fila, a pochi metri dal sindaco Carlo Fiumicino con fascia tricolore e dall’attuale comandante della caserma dell’Arma. E poi tanta gente a gremire la chiesa brescellese.
"Stefano o è frustrato e cerca un ruolo o è matto oppure ha risposto a una chiamata che dimostra che… Dio è vivo", le parole del parroco, don Giancarlo Minotta, evidenziando il lungo studio della teologia e i sacrifici di Stefano, già molto impegnato nella vita professionale e familiare. "Mia moglie e io – ha concluso il neo diacono Stefano Airini – abbiamo sentito la vicinanza della comunità locale in questi mesi. E ringrazio mia moglie, che mi sopporta e supporta, che mi ha seguito in questa… follia". Al termine della messa gli è stata donata una stola, "che è il giubbotto antiproiettile dei diaconi". È seguito il pranzo in oratorio. Tutte le offerte raccolte saranno destinate all’associazione Sochrea, fondata da Stefano e Monica, che aiuta i bambini poveri del Congo.