REDAZIONE REGGIO EMILIA

Il candidato governatore Serra: "I nodi: salute e diritto alla casa"

Al circolo Arci Gardenia: "Stop al consumo di suolo, sì al salario minimo"

Il candidato governatore Serra: "I nodi: salute e diritto alla casa"

Al circolo Arci Gardenia: "Stop al consumo di suolo, sì al salario minimo"

"Fermare il partito unico della guerra e del cemento significa per noi avere le idee chiare su tre elementi centrali che influenzano la vita delle lavoratrici e dei lavoratori in regione, ovvero pace, ambiente e lavoro". Così Federico Serra, 33 anni, candidato alla presidenza della Regione con la lista Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro, promossa da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Pci, che ieri sera ha riunito i suoi sei rappresentanti candidati al circolo Arci Gardenia. Lavoratore delle cooperative sociali a Bologna e delegato di Usb Unione Sindacale di Base, Serra ha poi enunciato i motivi per cui la lista si posiziona con l’obiettivo di rappresentare i cittadini emiliano-romagnoli esclusi dal sistema di potere che si spartiscono centrosinistra e centrodestra, affermando "siamo contro l’invio delle armi e del riarmo portato avanti da destra e sinistra a livello nazionale, che sottrae fondi a sanità, salute e diritto alla casa, e siamo contro l’economia di guerra che ha prodotto carovita, imponendo l’utilizzo delle fonti fossili".

Serra e i suoi dicono no al rigassificatore a Ravenna, che restituisce un modello di sviluppo non più compatibile con l’ambiente".

Sull’ambiente va abolita, dicono, la legge regionale che ha permesso il consumo di suolo efferato, cementificando e soffocando la terra a tutte le latitudini della regione, ’Basta il consumo di suolo! - ribadisce Serra – perciò il nostro deciso no va a tutte le opere di allargamento dell’autostrada, a partire dal passante di Bologna, da cui si dipartono tutte le nuove opere autostradali utili soltanto alle multinazionali della logistica e a confindustria". Terzo principio, il lavoro, della cui centralità Serra dice: "Fondamentale lo sviluppo economico, in un’ottica di alternativa sia alla destra sia alla sinistra. Abbiamo visto, infatti, a livello nazionale il precariato favorito dalla destra e dalla legge Biagi e quello di sinistra, movimentato dal Job act, e uno sviluppo economico sfrenato e spudorato della logistica che ha restituito lavoro precario, sottopagato, infortuni e morti. La Regione può intervenire immediatamente sugli appalti pubblici, con salario minimo negli appalti a dieci euro l’ora, modificando la gestione dei servizi di raccolta rifiuti, sociali, ospedalieri e di trasporto, fino ad ora in appalto a cooperative o aziende private che contraggono il salario di chi lavora".

Lara Maria Ferrari