ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Incidente mortale al rally, al vaglio le responsabilità di nove persone

Nell’agosto del 2021 due giovani spettatori furono investiti da un’auto in corsa: finite le indagini, si attende l’udienza preliminare

Incidente mortale al rally, al vaglio le responsabilità di  nove  persone

Incidente mortale al rally, al vaglio le responsabilità di nove persone

Reggio Emilia, 28 luglio 2023 – Fu una tragedia che gettò nello sconforto molte persone: durante il Rally di Riverzana, nella mattina del 28 agosto 2021, due giovani spettatori persero la vita, investiti dalla Peugeot 208 fuoriuscita dal circuito di corsa e piombata su una collinetta, sopraelevata rispetto al piano stradale, dove c’era pubblico.

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Le vittime furono Davide Rabotti, 20 anni, reggiano, studente di Ingegneria informatica all’Unimore e Cristian Poggioli, 35 anni, dipendente del Consorzio agrario, residente da un paio d’anni a Montecenere di Lama Mocogno con la fidanzata. Al volante della macchina vi erano un vigile del fuoco di Serramazzoni e al suo fianco, come navigatore, un reggiano titolare di un negozio. Un destino cinico volle che Poggioli venisse travolto proprio dall’amico pilota per il quale era venuto a tifare.

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I due uomini sulla Peugeot 208 non sono finiti sott’inchiesta, a differenza di altri nove: l’avviso di fine indagini è stato loro recapitato nel dicembre 2022 e a oggi si attende che sia fissata l’udienza preliminare. Si tratta di Alen Carbognani, residente a San Polo, come legale rappresentante dell’Asd Grassano rally che organizzò la manifestazione; Simone Bettati, di Reggio, direttore di gara; Luca Meneghetti, di Monforte d’Alba (Cuneo), delegato all’allestimento; Brunello Demitri, di Schio (Vicenza), supervisore tecnico del percorso; Pietro Martinelli, di Modena, commissario di percorso; Eugenio Dallari e Andrea Montecchi, entrambi di Castelnovo Monti, come equipaggio di una macchina apripista; Edoardo Ferranti di Quattro Castella e Daniele Bandieri di Sassuolo, equipaggio di un’altra auto apripista.

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Tra le contestazioni a vario titolo, "non aver identificato l’area identificata dsl progressivo 34 del tracciato della seconda prova speciale come zona pericolosa per lo stazionamento del pubblico". E poi non aver valutato il rischio per gli spettatori non paganti, "nonostante le preoccupazioni emerse nel Comitato di ordine e sicurezza pubblica che si tenne il 19 e il 24 agosto 2021 in Prefettura, assicurando la non apertura al pubblico nelle aree adiacenti ai tratti interessati alle prove speciali".

Ancora, l’assenza di transenne o fettucciamento "con distanza minima di 30 metri dal percorso di gara". Nonché aver riscontrato, anche prima del rally, "la presenza di pubblico nel tratto del progressivo 34 senza segnalarla al direttore di gara" e senza intervenire neppure dopo, quando "nell’area del progressivo 34 gli spettatori si sono posizionati a un’altezza di 1,5 metri dal livello stradale e le vittime a soli 80 centimetri".

L’avvocato Marco Baroncini, che tutela cinque indagati, annuncia l’intenzione, a seguito di un colloquio col pm, di "voler chiedere in udienza preliminare una perizia cinematica sotto forma di incidente probatorio", quindi nel contraddittorio delle parti: "Un atto istruttorio che dovrebbe chiarire, se mai ve ne fossero, le singole responsabilità degli indagati".