CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Terremoto in Iren, l’ad Signorini si avvale della facoltà di non rispondere

Bufera in Liguria, Signorini in carcere per corruzione, tace all’interrogatorio di garanzia. Sospeso dalla carica, stop anche allo stipendio. Il giudice: "Al servizio di imprenditori per lusso e soldi". Elenco di benefit per 100mila euro

Paolo Emilio Signorini, ad di Iren

Paolo Emilio Signorini, ad di Iren

Reggio Emilia, 9 maggio 2024 – Non si ferma l’inchiesta per corruzione che scuote la Liguria, con il governatore Giovanni Toti messo ai domiciliari e con l’amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, che oggi durante l’interrogatorio di garanzia in carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo il giudice, era "al servizio degli imprenditori per lusso e soldi" e "potrebbe reiterare altre condotte corruttive".

Signorini è comparso alle 11 davanti al gip Paola Faggioni l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale presidente del colosso energetico, l’unico detenuto, a Marassi, nell’ambito di un’inchiesta che conta 25 indagati e che ha portato a 10 misure cautelari. Secondo gli inquirenti esiste un sistema di potere fatto di favori e tangenti tra amministrazione pubblica (Regione e Autorità portuale) e aziende. Uno schema in cui Toti, Signorini, l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli - definito lo ‘zar’ del porto a Genova - e Matteo Cozzani, capo di gabinetto del governatore, avrebbero avuto un ruolo da protagonisti.

Toti, leader di ‘Noi Moderati’, sospeso dalla funzione di presidente della Liguria, si dice "tranquillissimo", mentre Cozzani è accusato del reato di corruzione elettorale aggravato dalla finalità di agevolare l’attività di un clan mafioso. Durante la campagna per le regionali 2020 figure vicine alla comunità riesina (i gemelli Testa) avrebbero portato voti in cambio della promessa di posti di lavoro e case popolari, e secondo i pm Toti ne sarebbe stato al corrente.

Signorini, arrestato per corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, sarà interrogato in carcere, dove si trova da martedì. Intanto è stato sospeso dalla carica di ad di Iren, stop anche a stipendio e compenso. Nel frattempo, le sue deleghe sono state suddivise tra presidente (Luca Dal Fabbro) e vice (Moris Ferretti).

Tra le altre cose, oggetto di indagine sono i meccanismi corruttivi che Spinelli (ex presidente del Genoa) avrebbe attuato per assicurarsi trattamenti di favore da parte di Toti e Signorini nel rilascio di concessioni portuali, assegnazioni di aree e una pratica immobiliare. In cambio, Toti avrebbe chiesto esplicitamente ’una mano’ per le elezioni 2020, ottenendo più di 74mila euro in donazioni liberali al suo movimento politico. L’ex presidente dell’Autorità portuale Signorini, per facilitare l’imprenditore, avrebbe ricevuto soldi in contanti, notti pagate in hotel di lusso a Montecarlo (anche giocate al casinò), regali costosi per la sua compagna e un contributo per il banchetto nuziale della figlia: ben 15.000 euro per il matrimonio della figlia, 22 soggiorni in hotel di lusso a Montecarlo con giocate al casinò e servizi extra. Questo l’elenco di benefit, per circa 100mila euro, che Signorini avrebbe ricevuto, oltre alla promessa di un prestigioso incarico a Roma. Un elenco in cambio di favori, quando era a capo dell’authority portuale, agli imprenditori Spinelli e Mauro Vianello.