
La serata a Rubiera moderata dalla giornalista Alessandra Codeluppi
"Serve una rivalutazione del problema sicurezza". A dirlo è Francesco Maria Caruso, ex presidente dei tribunali di Reggio e di Bologna ed ex presidente del collegio del maxiprocesso "Aemilia.
Il giudice è stato ospite di una serata organizzata giovedì in municipio a Rubiera dal movimento antimafia ’Agende rosse-Rita Atria di Reggio e provincia’, insieme all’avvocato e saggista Mauro Sentimenti. I due relatori si sono a lungo soffermati sull’analisi della riforma della giustizia portata avanti a tappe dal ministro Carlo Nordio, al centro della serata: rispondendo alle domande della giornalista Alessandra Codeluppi del Carlino, hanno espresso parere negativo: "La riforma costituzionale con la separazione delle carriere della magistratura è solo il primo passo – ha detto Caruso –. Poi ci sarà il premierato elettivo, cioè tutto il potere datl al capo dell’esecutivo, oltre al legislativo assoggettato e alla magistratura assoggettata".
Si è parlato anche di uso di misure cautelari, sovraffollamento carcerario e problemi di sicurezza anche nella percezione della gente: "Al cittadino che teme la violenza non direi solo che dipende dagli investimenti non sufficienti per assistere i disperati che possono commettere reati. Non lo lascerei solo. È vero, ci sono gli imprenditori della paura che cercano di indurre le persone a pensare di essere circondati da persone che non aspettano altro che aggredirli. Ma la sensazione esiste, non possiamo negarla – dice Caruso –. Dobbiamo fare in modo che scompaia". Concordando con Sentimenti, "i rimedi sono polizia, controlli, verifiche, assistenza e welfare. Per la giustizia vengono considerati modesti i reati che per la persona sono reati gravissimi: uno scippo, un borseggio, una truffa all’anziano. Il giudice che si occupa di omicidio, bancarotta, estorsione, mafia è portato a pensare che si trovi di fronte a un fatto minore. Ma la tendenza e minimizzare questi fatti è sbagliata perché porta il cittadino a non credere alla giustizia. Lo Stato deve tutelarlo". Poi si è soffermato sul tema migranti: "Chi entra in questo Paese ha diritto ad assistenza e solidarietà, ma deve rispettare le persone di questo Paese. Se un migrante entra e per ragioni non giustificabili commette reati dev’essere immediatamente espulso, non può stare con noi. Noi abbiamo bisogno di persone che vengono da lontano, li vogliamo aiutare, hanno diritto alla solidarietà ma ci devono garantire che rispettino la comunità in cui vogliono entrare".
Per Caruso, "bisogna rivalutare il problema della sicurezza che non è solo la condanna o la msiura cautelare. Se la comunità è protetta, con forze dell’ordine, illuminazione, videocamere e controlli rigorosi, anche le occasioni di delinquenza si riducono". Poi aggiunge: "Fondamentale anche ricordare che se anche il giudice dà il nulla osta, il potere esecutivo non espelle nessuno. Noi abbiamo concordato col questore di Bologna di mettere in calce il nulla osta all’espulsionea tutti i provvedimenti con cui ordinavamo la custodia in carcere o la condanna alla detenzione di un migrante che ha fatto reati gravi. Se anziché fare il campo profughi in Albania, avessimo espulso i delinquenti albanesi in Italia non sarebbe stato meglio? Chi vuole mettere le navi per impedire gli sbarchi non ha la forza di buttar fuori i criminali stranieri".
Il sindaco Emanuele Cavallaro si è soffermato sul caos creato in centro da un cittadino straniero "in preda a stupefacenti di natura misteriosa, che danno effetti terrificanti sull aggressività. È stato preso con una certa fatica da carabinieri e polizia locale e portato all’ospedale. Ma alla sera era di nuovo in centro. È stato rimpallato, invece andava curato. Una situazione simile rischia di diventare panico tra la gente. La cassetta degli attezzi è sguarnita: non si può obbligare al tso".
Secondo Caruso "probabilmente ha fatto danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale. Poteva essere arrestato in flagranza, poi il giudice poteva scarcerarlo, ma intanto andava arrestato. Sapendo la sensibilità del nostro procutarore capo a Reggio, avrebbe colto il senso".