L’intelligenza artificiale in aula? "Giusto studiarla in modo critico"

Guido Cassinadri (Sant’Anna di Pisa): "I ragazzi devono affrontare le complessità delle nuove tecnologie"

L’intelligenza artificiale in aula?  "Giusto studiarla in modo critico"

L’intelligenza artificiale in aula? "Giusto studiarla in modo critico"

Portare l’intelligenza artificiale nelle scuole. A lanciare la proposta è il reggiano Guido Cassinadri, 25 anni, laureato magistrale in filosofia delle scienze cognitive e dottorando al Sant’Anna di Pisa in Health Science, Technology and Management. La sua ricerca abbraccia la filosofia delle scienze cognitive, la filosofia della tecnologia e la filosofia morale.

Cassinadri, perché introdurre ChatGpt nelle scuole?

"Perché è già utilizzato al di fuori delle scuole in una grande varietà di contesti e applicazioni. La scuola deve insegnare agli alunni a fare fronte alla complessità del mondo contemporaneo, insegnando anche come usare in modo virtuoso le tecnologie disponibili".

Spesso la Chat è imprecisa. Tra le avvertenze pubblicate dalla stessa piattaforma leggiamo: "Può occasionalmente generare informazioni errate". Questo come si concilia con lo studio scolastico?

"Si può usare questa tendenza di ChatGpt e delle altre IA generative proprio come strumento educativo, insegnando agli studenti come navigare, valutare, filtrare, selezionare e integrare in modo critico e consapevole le informazioni fornite dall’IA. L’IA non va trattata come oracolo di verità e ciò implica che gli alunni devono acquisire le conoscenze indipendentemente da quanto dice loro l’IA. Tuttavia, questa può essere usata come strumento di esercizio e messa in pratica di tali conoscenze, trasformando gli alunni in valutatori critici di ciò che l’IA dice loro.

Non c’è il rischio che l’intelligenza artificiale possa abbeversarsi a fonti avvelenate e rilanciare fake news?

"Le IA possono essere usate per generare intenzionalmente molte informazioni false e a basso prezzo. Saper distinguere una notizia attendibile da una falsa era una competenza importante già prima dell’arrivo su vasta scala dei chatbot come ChatGpt. Come ho detto, c’è il rischio che anche i Large Language Models come ChatGPT possano produrre informazioni false o fuorvianti, ma possiamo comunque sfruttarli in ambito educativo anche in virtù di questa caratteristica".

L’intelligenza artificiale, una volta perfezionata, potrà sostituire certe professioni intellettuali? Penso agli autori di libri di testo, o agli scrittori.

"Credo che questo sia uno dei rischi dell’IA. Credo che la creatività umana non abbia nulla di intrinsecamente superiore, magico o divino: siamo animali con elevate capacità cognitive capaci di rielaborare in modo complesso informazioni e significati. Se l’IA sarà capace di generare testi letterari al livello di Dostoevskij e di Leopardi, allora forse non potremo più appellarci alla specialità e superiorità della creatività umana. A quel punto forse agli umani potrebbe rimanere il ruolo di editor dei testi e decisori finali, ma può essere che l’IA ci surclasserà anche in quello. Gli autori umani dovranno distinguersi dagli autori artificiali in altri modi, fornendo esempi e storie di vita interessanti e dotati di valore morale ed estetico".

a.fio.