Parcheggi Reggio Emilia, “Io multata mentre stavo andando a fare il ticket alla colonnina, è assurdo”

La disavventura di una 30enne: non ha fatto in tempo a pagare il parcheggio che l’accertatore le aveva già lasciato la multa sul parabrezza

La multa e la chiamata che la trentenne stava effettuando mentre era alla colonnina

<p>La multa e la chiamata che la trentenne stava effettuando mentre era alla colonnina</p>

Reggio Emilia, 24 marzo 2023 – “Sono stata multata mentre andavo a fare il bigliettino alla colonnina. Ero al telefono con mio padre e ho proprio visto l’accertatore che compilava di fretta la multa e me la lasciava sul parabrezza per poi correre via…”

È furiosa B. F., professionista e mamma reggiana di 30 anni, mentre racconta la disavventura che le è capitata giovedì sera nel parcheggio con strisce blu di via Mameli, in zona ospedale.

"Erano quasi le 18, ho parcheggiato la macchina e sono scesa per andare a fare il tagliandino alla colonnina – racconta la giovane –. Ero al telefono con mio padre… Una telefonata durata 14 secondi perché appena mi sono girata ho visto l’accertatore che lasciava la multa sulla mia auto per poi scappare di tutta fretta. Allora l’ho riconcorso, perché stava proprio andando via, e per farlo non ho neanche terminato l’emissione del bigliettino…"

La donna, ancora sconcertata, prosegue: “Per fortuna sono riuscita a raggiungerlo. Ho visto che aveva addosso una bodycam, allora gli ho detto chiaramente che mi aveva multata mentre stavo facendo il bigliettino e che mi aveva anche vista. Lui mi ha risposto di non aver visto nulla. E ha aggiunto ‘la prossima volta può pagare restando in macchina dalla app se vuole evitare sanzioni’. Sono rimasta di stucco. Allora cosa le mettono a fare le colonnine? E ancora più grave è il fatto che in quel parcheggio ci sia una franchigia gratuita di un’ora… Quindi non capisco questo accanimento”. In più, aggiunge: “Di fronte alle mie rimostranze, l’accertatore non ha scritto nel verbale che ho immediatamente fatto la contestazione sul posto, mi ha detto che tanto non serve a niente”.

La trentenne ha già contattato il comando della polizia municipale: “Mi hanno risposto che devo rivolgermi al consorzio Tea, che ha in appalto la gestione degli accertatori della sosta, per fare la contestazione… Mi chiedo se per caso prendano lo stipendio a percentuale di multe, visto l’accanimento che utilizzano”.

Dopo aver riportato l’episodio anche su una pagina Facebook, moltissimi reggiani hanno commentato di aver vissuto la stessa disavventura in tempi recenti.