
La protesta dei lavoratori della Nexion, di fronte alla sede dello stabilimento correggese. Gli operai chiedono un trattamento economico migliore
Una dopo l’altra, sono praticamente interessate tutte le aziende reggiane del settore metalmeccanico dallo sciopero proclamato dai sindacati di categoria e dalle Rsu per far pressione su Federmeccanica affinché venga ripensata la risposta alla piattaforma che i lavoratori hanno votato. Martedì è stato il turno della Walvoil a Bibbiano e Corte Tegge, Argo Tractors di Fabbrico, Nexion di Correggio, Carpenfer di Reggiolo, Bucher Hydraulic e Doc Hydraulic di Reggio Emilia.
E ieri nuovi scioperi a Eurotec Mbm di Brescello, Vimec di Luzzara, Eviosys di Calerno, Re.Vi.Fa di Fabbrico, Trivium a Montecchio con raddoppio degli scioperi a Nexion (ex Sice) e Palfinger a Reggio Emilia. Terzo giorno di scioperi a sorpresa all’Argo Tractors: martedì l’astensione dal lavoro ha riguardato lo stabilimento che produce cabine e linee di montaggio di Fabbrico, mentre ieri hanno incrociato le braccia nel reparto ricambi.
"Le tute blu di Cgil, Cisl e Uil – dicono i sindacati del settore metalmeccanico – stanno scioperando per sostenere i contenuti della piattaforma che oltre mezzo milione di metalmeccanici ha votato dieci mesi fa, e le cui richieste finora non sono state accettate dalle associazioni degli industriali Federmeccanica e Assistal. La realtà reggiana è tra le principali dal punto di vista industriale in Italia. Noi riteniamo che Unindustria Reggio Emilia possa esercitare un ruolo costruttivo nella trattativa, perché la posizione intransigente di Federmeccanica provocherà un progressivo deterioramento delle relazioni industriali e un inevitabile inasprimento dei conflitti di lavoro dentro le aziende".