BENEDETTA SALSI
Cronaca

Il sindaco Vescovi si scusa con Materazzi dopo la bufera di insulti sul web. E denuncia gli hater

Il primo cittadino di Vezzano in una nota stigmatizza l’utilizzo incauto dei social. La Postale intanto indaga su un centinaio di profili che hanno inviato le minacce

Marco Materazzi e il sindaco Stefano Vescovi che, alla fine, ha inviato una lunga lettera di scuse al campione

Reggio Emilia, 2 luglio 2024 – “Chiedo scusa a Marco Materazzi per aver scritto la frase ‘sei la vergogna del calcio italiano, miracolato’”. Così, il sindaco di Vezzano Stefano Vescovi cerca di spegnere la violentissima bufera che si è scatenata nelle scorse ore sul web fra lui e il campione del mondo Marco Materazzi. All’ex difensore nerazzurro non era piaciuto quel commento postato sotto una sua foto di Instagram e, accortosi che proveniva da un primo cittadino, lo aveva ripostato, mettendogli accanto l’emoticon di un pagliaccio.

Ne è seguita una valanga di insulti e minacce, da parte di centinaia di tifosi-follower del campione (la sua pagina ne ha oltre un milione), con il primo cittadino costretto a oscurare i propri profili a causa delle troppe intimidazioni ricevute da lui e dalla sua famiglia.

Materazzi, sulle colonne del Carlino, aveva poi tagliato corto: “Ha ricevuto tante minacce di morte? Problema suo, poteva pensarci prima. Quel sindaco faccia un comunicato dove si vergogna di quello che ha fatto, chieda scusa e io lo riposto”.

Detto, fatto: le scuse di Vescovi sono contenute, nero su bianco, in una lunga nota (integrale in calce), in risposta a un attacco arrivato dallo storico esponente della destra reggiana Marco Eboli, che invitava Vescovi a non fare la vittima avendo insultato lui per primo Materazzi.

Il mio è stato un “commento stupido, adolescenziale – prosegue Vescovi – . Non cerco giustificazioni, il cattivo esempio che ho dato ai ragazzi è lampante, evidente, e me ne scuso pubblicamente. Il monito che voglio ribadire a tutti, piccini e adulti, è quello di non usare i social in modalità ‘bar sport’”.

E ancora: “Avrei dovuto articolare il pensiero, spiegando che (quelli di Materazzi in carriera, ndr) non sono atteggiamenti da portare in esempio ai propri figli, che non contengono minimamente quelli che sono i principi storici dello sport: lealtà, rispetto, disciplina, integrazione, emozione e su questo aspetto ribadisco di non riconoscermi minimamente nei suoi modi. Questo proprio perché non mi spoglio della fascia da sindaco”.

Infine, chiosa: “Ribadisco, con tutte le mie possibilità, la solidarietà e la vicinanza a Materazzi relativamente a tutti i messaggi di minaccia e odio che lo stesso riceve: è inaccettabile. Abbiamo certamente idee politiche e sportive diametralmente opposte, ma sugli aspetti sopra esposti sono certo che il pensiero sia il medesimo. Il signor Materazzi non era certamente in dovere di placare gli animi dei ‘suoi tifosi’, ma avrebbe potuto farlo; ho la speranza che possa farlo, per dare un segnale definito e distensivo. Auspico che questa vicenda possa chiudersi qua, magari anche con una stretta di mano nella redazione del Carlino”.

Nel frattempo, nelle scorse ore sono state depositate alla polizia postale le denunce nei confronti di un centinaio di profili social da cui erano partite le minacce a Vescovi e ai suoi familiari. Da quanto trapela, invece, il sindaco non è intenzionato in alcun modo a procedere nei confronti dello stesso Materazzi.

La nota di scuse: il testo integrale

Cerchiamo di mettere la parola fine a questa tristissima vicenda. Ho letto il commento dell’esponente di spicco della destra reggiana Marco Eboli (nonché APPUNTO TIFOSO) al quale, in primis, mi sorge la lecita domanda se codeste dichiarazioni giungano da politico o da tifoso…

Lo dico perché ho ricevuto parecchia solidarietà da esponenti di qualsiasi parte politica (anche dalla sua), in toto, solidali nei miei confronti a seguito delle minacce ricevute.

Chiedo all’Eboli se ha letto il tenore di altri centinaia di commenti sul profilo di Materazzi, sui quali ho espresso la mia solidarietà immediatamente e per i quali immagino agirà, come farò necessariamente io.

Ho già rilasciato una prima dichiarazione in cui mi scusavo pubblicamente per l’incauto utilizzo di un social network, ribadendo che codesto commento, stupido, adolescenziale e, se Eboli mi permette il termine, da “somaro”, è stato il frutto di un paio di video visti pochi secondi prima nei “reel” di instagram (nel dettaglio i suoi famosi interventi in campo e l’intervista a Bruno Cirillo, poco prima aggredito dal Materazzi).

Con ciò non cerco giustificazioni, il cattivo esempio che ho dato ai ragazzi è lampante, evidente, e me ne ri-scuso pubblicamente. Il monito che voglio ribadire a tutti, piccini e adulti, è quello di non usare i social in modalità “bar sport”.

NON AVREI DOVUTO SCRIVERE SOTTO AD UNA FOTO DI UN CAMPIONE DEL MONDO, CON BUFFON E ZAMBROTTA, per questo chiedo definitivamente scusa al sig. Marco Materazzi per aver proferito la frase “sei la vergogna del calcio italiano, miracolato”.

Se avessi voluto esprimere il mio personalissimo parere sulla persona Marco Materazzi avrei dovuto / potuto farlo sotto al video in cui venivano ripercorsi tutti i suoi “modus operandi” calcistici per cui è spesso riconosciuto in tutto il mondo o sotto un’intervista ad un calciatore aggredito?

Penso di si, ma avrei dovuto articolare il pensiero, spiegando che non sono atteggiamenti da portare in esempio ai propri figli, che non contengono minimamente quelli che sono i principi storici dello sport: lealtà, rispetto, , disciplina, integrazione, emozione ecce cc., e su questo aspetto ribadisco di non riconoscermi minimamente nei suoi modi , questo sig. Eboli me lo concede?

Non certamente farlo nella sua pagina personale, glielo ribadisco. Utilizzerei quei video dinnanzi ai nostri ragazzi per dire “così non ci si comporta?” Si, e immagino lo farebbe anche lei.

Questo proprio perché non mi spoglio della fascia da Sindaco, anzi, cerco di comprendere quali siano gli atteggiamenti da copiare, tramandare e riportare e in ambito sportivo e mi permetto di asserire che ne esistono di ben diversi (non parlo di meriti sportivi, su questi va dato atto che il sig. Materazzi è tra coloro che ci han permesso di vincere un trofeo memorabile e questo va ovviamente riconosciuto)… Come doveva esistere un mio modo, ed un luogo, diverso da quello utilizzato (lo ripeto e lo ribadisco onde evitare ulteriori incomprensioni).

Atteggiamenti diversi tra i quali, gent.mo sig. Eboli, ci poteva essere quello che ho tristemente letto oggi del Materazzi sul Carlino (evito commenti sull’aver accostato la mia faccia a quella di un pagliaccio con la musichetta… meme che i miei amici mi riproporranno tutti i Santi Natali):

ovvero a domanda su cosa pensasse delle minacce da me ricevute post sua pubblicazione dinnanzi ad 1 milione di suoi “follower” del mio profilo personale unitamente alla mia famiglia (non quello politico), la sua risposta pare essere stata “non me ne frega nulla, non mi interessa”.

Lei reputa proporzionata questa affermazione? Per la frase di cui sopra, che le ripeto essere assai diversa da quella di altri centinaia di pseudo utenti, si poteva provare a placare questa valanga di odio e violenza nei miei confronti?

Io lo ribadisco, con tutte le mie possibilità, la solidarietà e la vicinanza al Materazzi relativamente a tutti i messaggi di minaccia e odio che lo stesso riceve è inaccettabile.

Abbiamo certamente idee politiche e sportive diametralmente opposte, ma sugli aspetti sopra esposti sono certo che il pensiero sia il medesimo.

Il sig. Materazzi non era certamente in dovere di placare gli animi dei “suoi tifosi”, ma avrebbe potuto farlo; ho la speranza che possa farlo, per dare un segnale definito e distensivo.

Auspico che questa vicenda possa chiudersi qua, anche con una stretta di mano nella redazione del Carlino.

Ho commesso una leggerezza che difficilmente mi perdonerò visto lo strascico psicofisico che la mia famiglia sta subendo e che stiamo ricomponendo anche grazie alla solidarietà di tantissime persone, Istituzioni comprese. Le posso garantire che il mio senso di colpa è incommensurabile.

Usciamone in modo pacifico, mandando un messaggio totale e distensivo a tutti i nostri cittadini che a stupidità e leggerezza (la mia in primis) non si risponde con cotanta superficialità e, purtroppo, rabbia.

Auspico che Materazzi possa accogliere l’invito e definire una volta per tutte questa vicenda in modo pacifico, poi è abbastanza chiaro e certo che la sera non andremo a mangiare la pizza insieme.

Gent.mo Eboli mi permetta la battuta finale, che non vuole essere blasfema o altro, ma tesa a definire veramente il tutto: un Vostro beniamino, allenatore, tra i migliori al mondo, Jose Mourinho disse una volta: “neanche Gesù era simpatico a tutti”… ecco, né io né Materazzi simpatizziamo l’uno per l’altro. Ma il rispetto si, sempre, se ho mancato di rispetto definendolo una “vergogna” e un “miracolato” chiedo nuovamente scusa ma reputo veramente sproporzionata e scorretto gettare in pasto me e la mia famiglia dinnanzi alla gogna social (il mio profilo in quel momento era aperto e pubblico a tutti ed ho ricevuto minacce sotto le foto dei miei figli; spero e auspico che non l’abbia fatto volontariamente ma pensava sostanzialmente fosse privato, ovvero foto non visibili).

Immagino che su quest’ultimo concetto lei possa essere d’accordo.

Ora in avanti, cerchiamo però di rispettarci di più e se lui ha il potere di “scatenarmi” 1 milione di follower, forse aveva ed ha anche il potere di placarli, invitandoli a non continuare in questo tornado di messaggi offensivi e spero possa farlo dinnanzi ad una stretta di mano definitiva (prometto di non rubargliela la mano, essendo Juventino so che questo può essere il pensiero).

Per quanto concerne il nostro Comune sarò ben lieto di ospitarla per farle vedere i danni subiti (sicuramente attenuati dal fatto che negli ultimi anni si è lavorato tanto sulla prevenzione in primis dei corsi d’acqua), nonché come procederemo per rialzarci, cosa che la nostra comunità, intesa anche come Provincia e Regione, Stato, da sempre, si contraddistingue rimboccandosi immediatamente le maniche, in prima persona.

Stefano Vescovi