"Violentata e minacciata di morte". Il giudice assolve marito e suoceri

Una donna indiana aveva denunciato i familiari e raccontato di aver vissuto un incubo per cinque anni "Mi hanno fatto ingoiare pane a forza e lanciato contro un ferro da stiro, non potevo avere contatti con altri".

"Violentata e minacciata di morte". Il giudice assolve marito e suoceri

"Violentata e minacciata di morte". Il giudice assolve marito e suoceri

Un matrimonio combinato, con un uomo che neppure conosceva. E poi un contesto familiare di vessazioni, da parte del marito e dei suoceri. Il coniuge l’avrebbe anche costretta a rapporti sessuali contro la sua volontà. Una donna indiana ha denunciato di aver vissuto un incubo nella sua famiglia, fatta di connazionali, per cinque anni, dal 2013 al maggio 2018. Ne è scaturito un processo davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti (nella foto) a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini. all’esito del quale il marito, un operaio 38enne, e i suoceri sono stati assolti. La pronuncia liberatoria è stata chiesta anche dal pubblico ministero Piera Cristina Giannusa. Secondo l’iniziale ricostruzione accusatoria, l’uomo e i suoi genitori si sarebbero resi responsabili di maltrattamenti alla donna, aggravati dal fatto di averli commessi di fronte a un minorenne.

Le avrebbero impedito di uscire di casa da sola: dopo la nascita del figlio nel 2013, le avrebbero permesso di portare il bambino al parco e dal pediatra, solo se seguita da uno dei suoceri. Le avrebbero negato di usare denaro, di fare acquisti in autonomia, di contattare i propri familiari; e le avrebbero trattenuto i documenti di identità. Le avrebbero anche dato schiaffi, tirato i capelli e lanciato addosso oggetti. In un caso la suocera le avrebbe tirato un ferro da stiro e il marito costretta a deglutire pane messo in bocca a forza. Le avrebbero impedito di avere contatti con altri e persino di imparare la lingua italiana. L’uomo avrebbe anche minacciato di ucciderla se fosse uscita di casa. In quei cinque anni il marito avrebbe abusato sessualmente di lei in più occasioni.

La donna ha deciso di parlare dopo un episodio particolare: mentre era in un parco con il figlio, nel maggio 2018, era svenuta. Portata all’ospedale, dopo la segnalazione di un passante, aveva raccontato che a casa subiva angherie: da allora non incontrò più il marito e si separò; lei e il bambino vennero messi in protezione. Nel processo la donna si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Federica Riccò.

Sono stati ascoltati come testimoni i medici ospedalieri e gli assistenti sociali che seguivano gli incontri protetti tra padre e figlio. Il 38enne, assistito dall’avvocato Alessandro Nizzoli, ha negato gli addebiti. La difesa ha rimarcato che il racconto della donna sembrava contrastare con alcune circostanze. Ad esempio il fatto che lei avesse un cellulare e un profilo Instagram e che andasse in India da sola. E che in un’occasione, nel 2016, chiamò le forze dell’ordine per una lite in famiglia di cui non fu trovato riscontro e a cui seguì poi un incontro con una mediatrice familiare senza che emergesse alcunché.

Alessandra Codeluppi