REDAZIONE REGGIO EMILIA

Si è spento Giorgio Ascari Fu uno degli eroi dello scudetto

Era tra i "magnifici 10" della Corradini tricolore nel 1982. Oggi alle 15,30 i funerali a Rubiera.

Si è spento Giorgio Ascari Fu uno degli eroi dello scudetto

L’hockey su pista piange un altro giocatore storico, uno dei magnifici dieci che nella stagione 198182 vinse lo scudetto con la maglia della Reggiana Hockey Corradini Poliuretani (nella foto a fianco Ascari proprio con la maglia del glorioso sodalizio cittadino): è Giorgio Ascari, classe 1956, scomparso ieri l’altro in seguito ad una malattia piuttosto rapida.

Ascari era un difensore vecchio stampo: di scuola Villa d’Oro Modena, arrivò alla Reggiana nel 1978, una società che stava rinforzandosi in ogni settore per dare la scalata ai vertici dell’hockey nazionale. Era dotato di un tiro formidabile addirittura da metà campo: in una gara contro il Follonica siglò un gol all’ultimo secondo che fruttò il pareggio in extremis alla squadra reggiana.

Nel 197980 fu finalista di Coppa Italia, nella stagione 8081 fu secondo in campionato, campione d’Italia in quella successiva. Fu anche capitano, con l’ultima stagione giocata a Reggio nel 1985. Poi tornò alla Villa d’Oro ancora in Serie A1, per finire la carriera a Finale Emilia in A2. Dal 1994 al 2000 fu dirigente di Modena Hockey.

"In quella squadra che vinse lo scudetto – così ricorda Maurizio Cavagnari – c’erano tre campioni come Anedda, Vicente e Marzella e due "discreti" giocatori come me e Giorgio. Erano gli anni d’oro e il mix fu esplosivo, con la classe ad abbinarsi alla gran voglia di emergere che avevamo.

Giorgio lo ricordo come un ragazzo di grande temperamento e carattere, senza nessuna paura in campo e dedito alla squadra in modo totale".

Nella vita privata Giorgio Ascari, che lascia la moglie Giuliana, lavorava presso uno studio di architettura di Modena; una volta in pensione si era trasferito a Rubiera. I funerali si svolgeranno questo pomeriggio alle 15,30 dalla camera ardente Casa del Commiato di Rubiera per la successiva cremazione.

Claudio Lavaggi