MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Alluvione, la rabbia degli sfollati: da 8 mesi senza casa

A Montescudo cinque famiglie ancora evacuate a causa delle frane: "Vogliamo rientrare e sentirci più sicuri". Il sindaco: "I cantieri partono questo mese, entro l’estate saranno finiti"

Rimini, 11 gennaio 2023 – Una vita da sfollati. A quasi otto mesi dall’alluvione che ha messo in ginocchio la Romagna, nel Riminese c’è ancora chi è senza casa.

Dal 18 maggio la vita non è più la stessa per alcune famiglie di Montescudo, costrette a vivere da parenti e amici per le frane che hanno devastato via Bance e via Cortine, rendendo insicure le loro abitazioni.

"E chissà quando potremo ritornare nelle nostre case", allargano le braccia loro.

Alcuni degli sfollati insieme al sindaco di Montescudo Gian Marco Casadei
Alcuni degli sfollati insieme al sindaco di Montescudo Gian Marco Casadei

Ci vorrà tempo. "Serviranno almeno 6 mesi, forse anche di più, per sistemare le frane e rendere di nuovo agibili le case. L’obiettivo è terminare gli interventi entro l’estate", spiega Gian Marco Casadei, il sindaco di Montescudo-Montecolombo. Che proprio ieri ha fatto un nuovo sopralluogo con gli sfollati e ha dato loro la buona notizia. "I lavori partiranno questo mese. Parliamo di un intervento da 1 milione e 150mila euro interamente finanziato dallo Stato, a cui si aggiungeranno i cantieri su altre strade, per altri 700mila euro. Entro il 19 gennaio devono arrivare tutti i pareri delle istituzioni competenti, dopodiché i lavori potranno prendere il via".

Il Comune ha già affidato gli appalti. "I cantieri saranno eseguiti da ditte di comprovata esperienza. Siamo fiduciosi e consapevoli che si tratta di un intervento importante e complesso, che una volta ultimato permetterà alle persone sfollate di poter ritornare finalmente a casa".

È quello che si augurano Monica, Gianluca, Roberto e tutti gli altri sfollati. Stremati da 8 mesi lontano dalle loro abitazioni, costretti a trovarsi un alloggio temporaneo con la paura che niente possa tornare più come prima.

"Io e mio padre Giorgio, che ha 77 anni, da maggio viviamo ospiti nella casa messa a disposizione da amici – racconta Gianluca Polo – Ogni tanto mi fermo dalla mia fidanzata. Ma questa non è vita. Ci sentiamo come nomadi, non ne possiamo più. Vogliamo rientrare nella nostra abitazione, per la quale stiamo pagando tuttora il mutuo".

Tornare in via Bance, per lui e gli altri sfollati, ogni volta è come un colpo al cuore. La strada crollata. La frana che incombe sulle case.

"Siamo preoccupati, anche se fortunatamente la frana non sembra aver coinvolto le nostre abitazioni", dice Roberto Piganti.

Anche lui è tra gli sfollati: con la moglie e il figlio 17enne ha trovato riparo nella casa di amici. "Confidiamo di rientrare per l’estate – prosegue Piganti – Dopo tutto quello che è successo sarebbe già un risultato. La frana ha fatto disastri".

Anche Monica Deiana vive, o meglio viveva in via Bance. Si è trasferita temporaneamente a San Marino "in un appartamento che mi ha prestato una mia cliente. Sto pagando l’affitto, e sono riuscita a sospendere per 12 mesi il mutuo della mia casa dopo l’alluvione. Ma a giugno le rate ripartiranno... Voglio poter rientrare nella mia casa, mi aspetto che i lavori promessi partano presto e finiscano velocemente".

Non si interverrà solo sulla frana di via Bance, ma anche in via Cortine. Dove un anno fa c’era già stata un’altra frana, che aveva costretto all’evacuazione alcune famiglie.

"Eravamo riusciti a risolvere il problema in poche settimane – ricorda il sindaco – Poi è arrivata l’alluvione di maggio e la situazione è precipitata. Con i lavori vogliamo mettere in sicurezza le zone di via Cortine e via Bance in maniera definitiva, evitando il rischio di altre frane in futuro".

È quello che chiedono gli sfollati: "Vogliamo tornare a casa nostra e sentirci sicuri di vivere lì".